
SCUOLA
Milano, 18 marzo 2015 - «Conoscienza» (sic). «Efficenza». «Soprattuto». «Primus», anzi «prima intre prare». Ma anche le «excursus storiche». Sono errori che in qualsiasi compito in classe alle superiori costerebbero la sufficienza. Eppure a due docenti lombardi non hanno impedito di diventare presidi. O meglio di essere ammessi agli esami orali, e poi diventare dirigenti scolastici, dopo la ricorrezione delle prove scritte imposta dal Consiglio di Stato dopo la vicenda delle buste trasparenti. È quanto portato alla luce dal sito «L’Indipendenza Nuova», su segnalazione di alcuni dei 96 candidati ex-idonei al concorso presidi: promossi nel 2012, si sono ritrovati respinti l’anno dopo dalla nuova commissione.
I novantasei avevano richiesto l’accesso agli atti, dopo avere appreso di essere stati esclusi dagli orali nella nuova graduatoria delle prove scritte, pubblicata a dicembre 2013. Dalle analisi sui testi di alcuni dei candidati respinti in prima istanza e ammessi dopo la ripetizione delle correzioni, sono usciti casi di strafalcioni che farebbero ribaltare Dante nella tomba. Come si scopre dagli stralci di due prove scritte di candidati vincitori (e oggi dirigenti) riportati sul sito. Il primo incespica sulle doppie consonanti, inanellando una serie di «sucesivi, somersa, necesità». Non eccelle neanche in latino e in inglese: a «life long learnig» (invece di «learning») segue un «prima inte prare» (presumibilmente voleva scrivere «primus inter pares»). In compenso conia verbi nuovi: «dellinate» invece di «delineate», «lealizzare» al posto di «realizzare». Il secondo ex docente incespica invece sulle «i», sfoderando «conoscienza» ed «efficenza». Da segnaccio con la matita rossa. Le due prove bocciate dalla prima commissione, rispettivamente con 5/21 e 10/21, sono state riabilitate dalla seconda col massimo punteggio: 21/21.
«Abbiamo trovato di tutto – racconta l’ex idoneo Enzo Michelangeli – dagli errori ortografici a prove svolte per metà rispetto alle tracce indicate. Ciononostante sono state ritenute positive. Eppure un dirigente deve sapere scrivere una circolare senza imprecisioni». E nella “Buona Scuola” di Renzi, i dirigenti diventeranno manager. Sul concorso pendono ora altri ricorsi che riguardano, tra le altre contestazioni, anche la formazione della commissione e l’adozione di una nuova griglia per la ricorrezione. A maggio si saprà il destino del concorso più discusso della scuola lombarda.