
di Rosario Palazzolo
In un piccolo negozio di via Breda, a Sesto San Giovanni, aveva allestito una attività di "compro oro" che da almeno un paio di anni gli consentiva di commerciare preziosi con centinaia di persone del quartiere, soprattutto stranieri. Ma la guardia di finanza di Sesto ha scoperto che questa impresa era completamente abusiva. Il blitz dei militari del Comando provinciale di Milano è scattato l’altra mattina e ha portato alla denuncia di un uomo di origine egiziana, di 54 anni, e al sequestro della sua attività con tutti i preziosi che si trovavano custoditi al suo interno.
Tutto era cominciato alcune settimana fa, quando le Fiamme Gialle del Gruppo di Sesto San Giovanni hanno ricevuto la segnalazione di un commercio sospetto di oro e preziosi. Il tema è particolarmente delicato in questo periodo di crisi che purtroppo sta imponendo a molte persone di liberarsi dei loro averi più preziosi per campare. Dunque la guardia di finanza ha subito fatto scattare una indagine. Alcuni militari hanno compiuto sopralluoghi per verificare l’effettiva operatività dell’attività. Poi è scattato il controllo formale che ha subito rivelato la mancanza delle autorizzazioni richieste. Praticamente l’attività di compro oro è inesistente per le autorità competenti che oggi richiedono l’iscrizione obbligatoria all’Oam (Organismo nazionale agenti mediatori). Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati 244 grammi di oro, 2,2 chili di argento. Monete, gioielli e metalli preziosi per un valore complessivo di oltre 140mila euro. L’intero locale presso il quale veniva esercitata abusivamente l’attività, è stato posto sotto sequestro. Ciò servirà per proseguire le attività di verifica, anche sul piano documentale per vagliare se oltre all’esercizio abusivo dell’attività, che in questa categoria ha una rilevanza penale, si possano configurare anche altre irregolarità amministrative legate alle procedure di riconoscimento dei venditori e alla registrazione dei prodotti per le normative antiriciclaggio.
Ad accrescere i sospetti dei militari era stato il fatto che l’attività era esercitata dall’uomo denunciato, ma era intestata alla moglie, una donna di 50 anni di origine straniera, che non avrebbe padronanza della lingua italiana e dunque non sarebbe in grado di stare al banco per portare a termine le trattative di compravendita. Inoltre, a quanto starebbe emergendo, lo stesso uomo aveva già gestito una attività di compro oro negli anni scorsi, che gli era stata chiusa dalle forze dell’ordine per la mancanza di autorizzazioni. Per la guardia di finanza, il controllo di questa categoria rappresenta uno dei compiti più delicati, soprattuto in questo momento di crisi. Questi luoghi potrebbero celare attività di ricettazione di preziosi oggetto di furto e scippi.