Come spiegare il crimine ai nostri ragazzi

Paola Severini

Melograni

Gentilissima signora, a scuola i miei nipoti,(seconda e terza media) hanno discusso con gli insegnanti dell’arresto del boss Messina Denaro,della mafia in Sicilia (e non solo), insomma di tutta una realtà italiana che conosciamo soltanto attraverso la televisione e il cinema.E a questo proposito io ho parlato loro del film “il Padrino” che non avevano visto. Certamente saprà che le immagini dei due film erano nel covo.Come nonna io mi confronto spesso con loro per capire meglio quanto e come possono comprendere il mondo. Mi rendo conto però che quello che ascoltano a scuola non basta e che quello che vedono in televisione (giusto i telegiornali!) non è sufficiente.Come facciamo a far capire a questi che non sono più bambini ma nemmeno ragazzi,le caratteristiche spaventose di certi ambienti? Mi dirà che Milano è un’altra cosa ma lei sa meglio di me quante attività sono in mano alla malavita. Eugenia

Cara nonna Eugenia lei mi chiede quale “sistema pedagogico” usare per spiegare il male? E mettere in guardia i ragazzi da emulazione e fascinazione? Il lavoro della narrazione attraverso soprattutto cinema e tv e nuovi media è proprio questo:raccontare non confondendo mai i due campi.A volte i personaggi negativi possono diventare eroi.E io la penso come lei:ci sono dei periodi della vita,in particolare l’adolescenza e la preadolescenza che sono particolarmente a rischio.Io non amo le serie che sono state prodotte in questi ultimi anni.Le trovo operazioni vantaggiose solo per coloro che le hanno prodotte e interpretate,così pure per gli scrittori che ne hanno fatto un marchio di fabbrica. Rovesciando le parole di Leonardo Sciascia, ci sono i “professionisti dei racconti di mafia “ che su questo hanno costruito una ricchissima carriera.Invece due nomi per tutti,che hanno capito come bisogna raccontare il lato oscuro:Pif e Paolo Borrometi.Il primo e’ un attore e regista (io le consiglio il suo secondo film sulla genesi della mafia”in guerra per amore”che può agevolmente scaricare da Raiplay) e lègga poi quello che ha scritto il mio giovane e bravissimo collega Paolo Borrometi, un professionista del Bene.Ci torneremo su.E stia sempre vicino ai suoi nipoti,controllando cosa vedono e leggono. La abbraccio,sua nonna Paola.

severini.paola@gmail.com

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro