Ruben
Razzante*
Tra i progetti più ambiziosi del Pnrr ci sono anche quelli riguardanti il potenziamento delle tecnologie in ambito sanitario. La pandemia ha insegnato che i sistemi sanitari tradizionali non sono in grado di resistere allo tsunami delle emergenze e che queste ultime sono capaci di metterli in ginocchio. Non solo per l’insufficienza delle risorse economiche, ma anche per l’inadeguatezza dei sistemi digitali. In una recente riunione, i ministri della salute europei e i delegati dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) hanno adottato il primo piano d’azione per la sanità digitale, che fa leva sulla trasformazione digitale, con l’obiettivo di migliorare la salute e il benessere delle persone. La sanità digitale è tra le 4 aree di punta del Programma di lavoro europeo dell’Oms 2020–2025 (Epw) – “United Action for Better Health in Europe”. Il nuovo piano d’azione è un passo concreto verso la realizzazione dell’Epw, sfruttando gli strumenti digitali per realizzare la copertura sanitaria universale e proteggere le persone dalle emergenze sanitarie. Quegli strumenti hanno comunque bisogno di un quadro regolatorio adeguato, di una buona governance e di una robusta formazione degli operatori sanitari e dei pazienti. Il piano incoraggia i paesi a dare la priorità al progresso dell’alfabetizzazione sanitaria digitale per aiutare a raggiungere gli obiettivi sanitari nazionali, migliorare le prestazioni del sistema sanitario e guidare i futuri investimenti e la trasformazione della salute digitale. Si propone di farlo riconoscendo le esigenze dei cittadini e degli operatori sanitari, promuovendo al contempo un approccio assistenziale integrato che istituzionalizzi la salute digitale. Va infine chiarito che la sanità digitale aiuta a espandere il concetto di salute elettronica (eHealth) per coprire aree quali la telemedicina, l’intelligenza artificiale, le azioni di contrasto all’infodemia.
*Docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica