Cologno, i lavoratori di Verti in sciopero per difendere il posto

Giovedì l'assemblea dei dipendenti si riunirà in presidio davanti alla sede di via Volta, dopo la proclamazione di 325 esuberi

Il presidio dei lavoratori della Verti a Cologno

Il presidio dei lavoratori della Verti a Cologno

Cologno Monzese (Milano), 1 febbraio 2022 – Dopo settimane di trattativa, i lavoratori di Verti serrano le braccia. Giovedì 3 febbraio saranno in sciopero per l’intera giornata, con un presidio e un’assemblea davanti alla sede di Volta per dire “no” ai 325 esuberi strutturali dichiarati lo scorso novembre. “Nessuna intesa è stata raggiunta nei vari incontri che hanno visto confrontarsi con l’azienda, segreterie nazionali, territoriali e rappresentanze sindacali aziendali – spiega la Rsa -. Il piano esuberi, che nelle dichiarazioni iniziali prevedeva la riduzione di più del 50% della forza lavoro su tutti i reparti e la completa esternalizzazione delle attività del contact center, sarebbe sostanzialmente confermato”.

“Insufficienti e inadeguate”, secondo le rappresentanze sindacali, le ipotesi al tavolo. “Non sappiamo ancora quali garanzie occupazionali e a quali condizioni sarebbero offerte ai lavoratori che non sono oggetto del piano esuberi. A oggi l’obiettivo dell’azienda è ridurre drasticamente la propria forza lavoro, facendo ricorso inoltre a supposte ricollocazioni, il cui unico fine sarebbe quello di tentare un trasferimento volontario di 104 lavoratori presso gestori esterni per svolgere le medesime attività ma a condizioni economiche e normative peggiori”. Dei 325 esuberi annunciati a novembre, “all’interno rimarrebbe uno sparuto gruppo di circa 15 persone, con compiti di gruppo di controllo delle attività esterne, scelti in base a criteri unilaterali come ad esempio la produttività individuale”.

Quella di Verti, azienda del Gruppo Mapfre, non è una vicenda isolata. Tutto il comparto sta subendo infatti una grande crisi. In questo momento ci sono altre due vertenze con contenuto simile: la vicenda Zurich, con la cessione di 80 lavoratori a un’azienda esterna, GamaLife, e la vicenda BNL, con l’esubero di 900 dipendenti. “Esternalizzazioni di attività ed esuberi di personale sono dunque un trend che, crediamo, vada affrontato e contrastato nelle singole aziende, ma anche, e soprattutto, a livello di categoria, unendo le forze e le vertenze presenti nel settore. Non solo vengono travolte le vite di centinaia di colleghi, ma ciò che si persegue è un vero e proprio modello produttivo”.

Si tratta della seconda travagliata trattativa, in appena 5 anni, di Verti Assicurazioni, ex Direct Line. Quando il Gruppo spagnolo Mapfre, di cui Verti fa parte, ha rilevato nel 2015 l’azienda c’erano oltre 900 dipendenti, poi ridotti a 650. “Ora siamo 605 e si punta a restare con 285 persone”. Nei mesi scorsi, la multinazionale ha annunciato l’esigenza di un piano di esternalizzazione dell’intera struttura di produzione contact center e back office, oltre a una considerevole riduzione di tutti gli altri reparti per spingere verso la digitalizzazione dei servizi e l’ottimizzazione dei costi. 

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