
È una primavera calda quella che è appena cominciata in via Buonarroti. Da un anno i lavoratori ricevono le spettanze a singhiozzo: mensilità e tredicesima.
Ancora due giorni di mobilitazione. È una Primavera calda quella che è appena cominciata in via Buonarroti. Dopo i presidi e lo sciopero di settimana scorsa, i dipendenti del Gruppo Siae tornano a incrociare le braccia. Rsu e sindacati hanno ripreso ieri le iniziative di lotta, "a seguito del mancato completo pagamento del saldo degli stipendi di febbraio a tutti i dipendenti e per il ritardo in corso sul pagamento di quelli di marzo". Ormai da un anno i lavoratori di Siae Microelettronica e della controllata SM Optics ricevono le spettanze a singhiozzo: mensilità, tredicesima, indennità integrative e, nel recente passato, anche il versamento dei contributi. Un clima che rende ancora più complessa la vertenza, che coinvolge 800 dipendenti, molti dei quali a rischio esubero con lo spettro della delocalizzazione delle attività produttive in Cina. Ieri e oggi gli addetti del colosso delle telecomunicazioni hanno organizzato un presidio davanti ai cancelli dell’azienda dalle 11.30 alle 15. "La proprietà, per l’ennesima volta, ha tradito gli impegni presi, aumentando ulteriormente le perplessità sulla propria capacità di garantire i presupposti per la continuità aziendale e sulla credibilità dal punto di vista delle relazioni sindacali e istituzionali", hanno commentato le Rsu e Giorgio Pontarollo della Fiom Milano. Giovedì, per tutta la giornata, è stato così proclamato l’ennesimo sciopero. "Lo facciamo, onsiderando l’estrema gravità della situazione, per ricevere risposte concrete dalle istituzioni, coerentemente con quanto discusso sia a livello regionale che ministeriale rispetto a un tempestivo intervento pubblico, finalizzato al salvataggio del Gruppo e alla salvaguardia occupazionale". Anche giovedì i lavoratori faranno sentire la loro voce con un presidio davanti al polo di via Buonarroti dalle 7.30 alle 9, per poi presentarsi sotto il palazzo della Regione con un altro sit in dalle 10 alle 12.30 in via Galvani. "Pretendiamo risposte concrete per la salvaguardia occupazionale e il rilancio di un’azienda storica del settore strategico delle comunicazioni. Ognuno deve assumersi per tempo le proprie responsabilità".