
di Andrea Gianni
Il termine è messo nero su bianco nell’accordo di ristrutturazione dei debiti, raggiunto fra la società Coventidue Srl, Intesa Sanpaolo e Reale Mutua Assicurazioni. Entro il 30 giugno 2023 le famiglie, da più cinque anni nel limbo, potranno entrare nei loro appartamenti al civico 22 di corso XXII Marzo. Una svolta positiva, ancora in attesa del definitivo via libera da parte del Tribunale fallimentare di Milano, grazie a un finanziamento da quattro milioni di euro messo sul tavolo da Intesa per far ripartire i lavori. "Siamo ottimisti e speriamo che non ci siano nuovi intoppi – spiega una famiglia – anche se ora ci troveremo a pagare il nostro appartamento 140mila euro in più rispetto all’accordo iniziale, senza contare le spese legali, i disagi e il tempo perso in tutti questi anni". Il ricordo degli acquirenti torna al 2016, quando al circolo Arci Bellezza fu presentato in pompa magna l’ambizioso progetto di cohousing Coventidue, con l’ex assessore all’Urbanistica del Comune Ada Luca De Cesaris tra gli ospiti. La promessa di un investimento redditizio per la casa dei sogni nell’edificio liberty in centro e di una vita all’insegna della condivisione di spazi e risorse, esportando a Milano il modello nordeuropeo, non si è purtroppo realizzata. Per partecipare al progetto le famiglie hanno versato una somma iniziale da 200mila fino a mezzo milione di euro. Il sistema sembrava vantaggioso, anche perché i prezzi di acquisto erano più bassi rispetto al mercato. Anche se, fin da subito, sono emersi i primi intoppi sfociati nel blocco del cantiere in corrispondenza del primo lockdown del 2020. I lavori non sono più ripartiti, mentre è venuta a galla la crisi della galassia di società amministrate da Marco Bolis, promotore di altri progetti di cohousing in città, sommerse dai debiti. Società finite davanti al Tribunale fallimentare. Il piano di risanamento presentato da Coventidue consentirà quindi di portare a termine l’operazione in corso XXII Marzo, e consegnare entro un anno le case a una cinquantina di famiglie rimaste nella partita (una decina nel frattempo si sono sfilate, riottenendo i soldi versati) che hanno accettato di pagare un sovrapprezzo: in media 100mila euro in più. Gli appartamenti liberi verranno venduti a prezzi di mercato, che dal 2016 hanno continuato a correre verso l’alto. "L’accordo è la miglior soluzione possibile per tutti i soggetti coinvolti, specie per le famiglie che aspettano la casa da tempo e che hanno dimostrato un non comune approccio collaborativo", spiega l’avvocato Marco Zucchini, advisor legale del piano insieme agli avvocati Lucrezia De Martino e Marco Corbetta, all’advisor finanziario Marco Arienti e all’attestatore Giancesare Brivio.
Fondamentale, per lo sblocco dell’impasse, è stato l’ok di Intesa al finanziamento per far ripartire i lavori di ristrutturazione. Il piano prevede, inoltre, un cambio al vertice di Coventidue: Bolis si farà da parte. Nei giorni scorsi si era risolto l’impasse anche sull’altro progetto di cohousing rimasto bloccato per anni, Urban Village Navigli in via Pestalozzi. "L’accordo raggiunto e la vendita dell’area alla coop Habitat Navigli del Consorzio Cooperative Lavoratori, per un importo di 22,5 milioni - spiega l’avvocato Zucchini - consente di recuperare buona parte dei risparmi di 120 famiglie che ora hanno la prospettiva concreta di ottenere la casa".