Vaccino, 60 sanitari sospesi: coda davanti all’hub Scintille

Intanto sono in arrivo 2.525 lettere di sospensione in arrivo ai professionisti della sanità che non vogliono vaccinarsi. La Cgil: procedure rapide per chi si adegua

La coda ieri mattina alle 10.30 all’hub di Palazzo Scintille Ora si entra in 72 alla volta

La coda ieri mattina alle 10.30 all’hub di Palazzo Scintille Ora si entra in 72 alla volta

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Milano - Istantanee da Milano a una settimana dall’entrata in vigore del green pass, per accedere a una serie di attività ludiche al momento: da una parte la coda ieri mattina fuori dall’hub vaccinale di Palazzo delle Scintille. Dall’altra, i primi sessanta operatori sanitari in Lombardia sospesi senza stipendio per non aver assolto l’obbligo vaccinale che, al momento, in Italia vige solo per loro.

Partiamo dalla coda, probabile effetto anche del combinato dell’apertura della vaccinazione senza prenotazione con J&J per gli over 60 e della riorganizzazione di Palazzo delle Scintille sul quale, dal 19 luglio, sono dirottati anche 40mila richiami in programma all’hub della Fiera, messo in stand-by come altri centri nel periodo clou delle ferie (che non si possono negare ai volontari che per mesi li hanno fatti andare avanti). Così l’hub Scintille è salito a pieno regime, 72 linee vaccinali per circa diecimila iniezioni al giorno (13mila giovedì): nei padiglioni A e B, percorsi separati in tutto eccetto l’uscita, adesso vengono fatte entrare in blocco 36 persone per parte ogni cinque minuti. 

Erano invece arrivati a sessanta, ieri pomeriggio, i sanitari sospesi senza stipendio dalle strutture sanitarie lombarde per non aver rispettato, senza una ragione clinica certificata dal medico di base, l’obbligo di vaccinarsi dal coronavirus introdotto il 1° aprile con il dl 44, convertito in legge a fine maggio. È un numero in costante aggiornamento, precisano dall’assessorato regionale al Welfare, perché l’invio della prima tranche delle lettere di accertamento dalle Ats agli ordini professionali, o direttamente alle aziende sanitarie per le figure che non hanno un ordine, si concluderà questa settimana: 2.525 lettere in Lombardia entro fine luglio, un migliaio dall’Ats Metropolitana di Milano e Lodi.

È solo la prima tranche perché a ieri erano in tutto 12.648, di cui circa cinquemila nell’Ats Metropolitana, i sanitari che risultavano scoperti senza giustificato motivo; ma sugli altri diecimila sono ancora in corso le verifiche delle Ats. Prima della lettera di accertamento che fa scattare la sospensione, infatti, i sanitari ricevono due avvisi via Pec o raccomandata, ed è grazie a questo lavoro di verifica che l’elenco iniziale di circa 49mila scoperti dall’antivirus in Lombardia (circa 17 mila nell’Ats Metropolitana) si è assottigliato, man mano che gli operatori si convincevano a vaccinarsi, o dimostravano di non poterlo fare, o veniva accertato che non sono più in attività. 

Gran parte delle posizioni riguardano professionisti che non lavorano per la sanità pubblica o privata accreditata, ma le prime sospensioni sono comunque scattate la scorsa settimana, in particolare in Asst di Milano come Niguarda e Santi Paolo e Carlo e della provincia di Cremona. Il Policlinico invece ha optato per mettere in ferie i due operatori sinora destinati a sospensione e far seguire loro il corso online per vaccinatori, ultimo tentativo di convincerli con la scienza. Il dl 44 lascia alle strutture sanitarie un margine per assegnare il lavoratore renitente al vaccino, "ove possibile, a mansioni, anche inferiori, che non implicano rischi di diffusione del contagio" per il periodo di validità dell’obbligo, cioè fino a fine 2021; adeguando ai nuovi compiti anche il suo trattamento economico, mentre chi non può vaccinarsi per ragioni di salute passa ad altri servizi con lo stipendio di prima. 

Se però la legge dettaglia i passaggi fino alla sospensione, sulla procedura per revocarla a un operatore sanitario che si decida a vaccinarsi fuori tempo massimo è più generica. La segretaria milanese del comparto sanità della Fp Cgil Milano, Isa Guarneri, segnala il caso di un’operatrice che sabato, all’indomani della notifica di sospensione dall’Asst Fatebenefratelli-Sacco, si è vaccinata nell’hub del suo ospedale. "Lunedì l’ha comunicato all’Ats, martedì all’Ordine dei Tsrm-Pstrp, ma la sospensione non è stata ancora revocata -. denuncia Guarneri che ha scritto all’Ats (competente per la verifica) e all’Ordine (che dispone le sospensioni e le revoca) -. È un danno inutile alla lavoratrice ma anche alla collettività: in questo periodo di ferie l’assenza per motivi burocratici di una persona che potrebbe lavorare, in quanto vaccinata, mette in difficoltà il suo reparto. Temiamo che non sarà un caso isolato: serve una procedura chiara, e soprattutto rapida". Dall’assessorato al Welfare, interpellato dal Giorno , spiegano che l’indicazione è comunicare l’avvenuta vaccinazione (non la prenotazione) al datore di lavoro, e "c’è l’impegno a procedere al reintegro nei tempi più rapidi possibili".

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