MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Clochard a lezione di primo soccorso: "Non vogliono essere invisibili. Chiedono di rendersi utili agli altri"

L’esperimento alla Casa di accoglienza dei City Angels in via Pollini: hanno partecipato in 23. L’idea di Francesco Tambasco, presidente Ata. "Un’esperienza unica. Ora andremo avanti".

Clochard a lezione di primo soccorso: "Non vogliono essere invisibili. Chiedono di rendersi utili agli altri"

Clochard a lezione di primo soccorso: "Non vogliono essere invisibili. Chiedono di rendersi utili agli altri"

Milano – Se è vero che "non è la mano che dona, ma il cuore" e che spesso chi ha meno è più propenso a dividere quel che ha con gli altri, si può capire perché 23 paia d’occhi, venerdì pomeriggio, non abbiano perso neppure un gesto della lezione sul primo soccorso alla Casa di accoglienza Elio Fiorucci dei City Angels in via Pollini, a due passi da viale Sarca. Una sperimentazione proposta da Francesco Tambasco, presidente di Ata Soccorso, che ha pensato agli “invisibili“. "Coloro – sottolinea – che spesso vivono ai margini e che forse più di altri hanno bisogno di sapere come comportarsi in caso di emergenza". Non solo: "Gli ultimi, gli invisibili, gli emarginati – commenta Mario Furlan, il fondatore e presidente dei City Angels – hanno partecipato con entusiasmo perché vogliono essere utili alla società: metà degli ospiti, volontariamente, ha scelto di esserci, per imparare come soccorrere una persona in caso di bisogno. Ringrazio Francesco Tambasco per la bellissima idea".

Venerdì pomeriggio la formatrice Sabrina Negretti ha quindi spiegato le prime nozioni di pronto soccorso ai senza dimora: cosa fare se si vede qualcuno a terra, incosciente, come comportarsi in caso di crisi di panico o emorragia. I consigli dispensati? "Sembra una banalità ma occorre sempre dirlo: in caso di necessità, la prima cosa da fare è sempre comporre il 112, il numero unico di emergenza, e non altri numeri. Poi non prendere iniziative ma ascoltare quel che dice l’operatore: ad esempio, se una persona è caduta, non sollevarla perché potrebbe peggiorare la situazione". Questo primo incontro è stato un’infarinatura, "mi piacerebbe portare avanti un vero corso. Io penso che sia possibile: i partecipanti erano entusiasti e molti hanno chiesto di organizzare altri incontri". Furlan aggiunge che "tanti hanno chiesto di poter fare un corso avanzato".

Tambasco racconta di essere uscito arricchito dall’esperienza: "Ho ricevuto tanto da chi non ha niente. Tra le persone che trovano riparo alla Casa di accoglienza dei City Angels, molte passano gran parte della giornata per strada e sono quelle più propense ad aiutare gli altri. Sono più attente al prossimo di chi si affanna, di chi corre per raggiungere chissà che cosa. Per me non sono “gli ultimi“ ma sono sopra gli altri, pronti a offrirsi davvero".