Ex clinica Santa Rita, iniziato l'appello sugli omicidi di quattro pazienti

L'udienza si è aperta con la relazione dell'accusa. L'ex primario Brega Massone era stato condannato all'ergastolo e a 3 anni di isolamento diurno il 9 aprile 2014

Clinica Santa Rita di Milano (Newpress)

Clinica Santa Rita di Milano (Newpress)

Milano, 7 ottobre 2015 - E' iniziato questa mattina, con la relazione dell'accusa, il processo d'appello a carico di Pier Paolo Brega Massone, l'ex primario della clinica Santa Rita condannato all'ergastolo e a 3 anni di isolamento diurno il 9 aprile 2014 per quattro casi di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà in relazione alle morti di altrettanti pazienti e di 34 casi di lesioni in relazione operazioni chirurgiche che avrebbe fatto solo a scopo di lucro. Dopo la lettura della relazione del presidente della corte d'assise d'appello Silocchi, il processo è stato aggiornato a domani. 

Con Brega Massone, del quale tra il pubblico è presente la moglie, erano stati condannati rispettivamente a 30 anni e a 26 anni e 2 mesi di carcere i suoi vice Fabio Presicci e Marco Pansera, che rispondevano in concorso in alcuni degli omicidi e delle lesioni. Nell'udienza di giovedì i difensori dell'ex primario e dei suoi vice presenteranno le questioni preliminari tra cui la richiesta di una nuova perizia sui casi al centro delle accuse. Altre udienze sono fissate per il 14, 21, e 28 ottobre, nonché per il 4 e 5 novembre.

PRIMO GRADO - In primo grado, i giudici avevano, inoltre, condannato a un anno e 6 mesi di reclusione due anestesisti, Giuseppe Sergio Di Terlizzi e Gianandrea Bona, che avevano addormentato tre dei pazienti morti, i quali sono accusati di cooperazione in omicidio colposo perché non si sarebbero opposti alle operazioni pur avendone il dovere. Analoghe imputazioni per altri tre anestesisti erano state dichiarate prescritte.

Inflitti un anno e 2 mesi a Enza La Corte, un'infermiera accusata di favoreggiamento e concorso con Brega Massone in appropriazione indebita perché durante l'inchiesta avrebbe tentato di far sparire le cartelle cliniche del reparto dell'ex primario e con lui avrebbe sottratto materiale medico alla clinica; e 2 anni e 3 mesi a Renato Scarponi, in accusato di truffa aggravata dal danno patrimoniale di rilevante entità e falso in qualità di responsabile del reparto di Riabilitazione, in relazione alla documentazione che sarebbe stata falsificata per chiedere indebitamente rimborsi pubblici. Queste ultime accuse sono invece già state patteggiate con la pena di un mese di reclusione in continuazione con due precedenti patteggiamenti rispettivamente a 20 e a 22 mesi dai due ex direttori sanitari Gianluca Merlano e Maurizio Sampietro.

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