
Mario Furlan, 57 anni, fondatore dei City Angels
Milano, 14 aprile 2019 - I City Angels festeggiano 25 anni. Un’avventura, quella dei «volontari di strada d’emergenza», impossibile da immaginare senza il carisma del suo fondatore e presidente, Mario Furlan. Oggi, a 54 anni, è anche docente universitario di motivazione e leadership, nel 2018 è stato eletto «migliore life coach d’Italia», è autore di una decina di libri: in libreria è appena uscito «Felici per sempre» (Cairo). Un uomo di successo. Ma Mario il successo l’aveva anche nel 1994 quando decise di dare vita ai baschi blu con le giubbe rosse: a dimostrazione di quanto sia sbagliata l’idea che l’altruismo serva a riempire una vita vuota. Allora era un giornalista. Per il settimanale «Noi» (il futuro «Chi») ha firmato servizi sfiziosissimi: raccontando l’universo ultrà da «infiltrato» o seguendo un rituale di esorcismo di padre Amorth. A 29 anni si licenzia, lasciando sbalordito il direttore Alfonso Signorini. «Non volevo limitarmi a descrivere il mondo che vedevo, volevo renderlo un posto migliore. Era la mia vocazione» dice.
I primi City Angels sono quattro: Mario, suo cugino e due ragazze. La prima sede? Non l’attuale palazzina di via Taccioli ma la sacrestia della chiesa del Carmine, a Brera. «L’idea era creare un’associazione che coniugasse solidarietà e sicurezza». La mission degli Angeli non è solo offrire un aiuto a chi vive in strada ma anche fare attività di prevenzione e contrasto alla criminalità. L’accostamento fra le due dimensioni è così «dirompente» che il progetto suscita all’inizio una certa diffidenza delle autorità ma anche l’attenzione dei media. Gli interventi si concentrano in Stazione Centrale, «la zona più problematica della città, con più criminalità e spaccio di adesso». Con il passare degli anni, oltre ai riconoscimenti come i due Ambrogini d’Oro, la Onlus si diffonde in Italia e non solo.
Attualmente i City Angels operano in 21 città, da Lugano a Palermo. 500 circa i volontari (un centinaio a Milano) con una leggera prevalenza femminile, lo zoccolo duro ha fra 20 e 45 anni ma ci sono anche 18enni e ultra70enni. Il contesto è sfidante perché il numero dei senzatetto è aumentato rispetto agli anni ‘90. Gli Angeli garantiscono cibo, coperte e vestiti a tutti ma per gli italiani, che non fuggono da un inferno ma sono finiti in strada dopo la crisi e aver perso tutto, serve «un supporto psicologico in più». Che fare? «È importante ricostruire la loro autostima». Impedendogli però di crogiolarsi nel vittimismo: «Il primo passo è assumersi la responsabilità della propria vita». L’obiettivo degli Angels è la riconquista dell’autonomia. Per questo nel 2017 è nata l’Oasi del Clochard di via Lombroso, un villaggio di casette che addestra alla futura indipendenza, con tanti servizi. Al momento ci sono 200 ospiti ma l’obiettivo è aumentare i posti letto. A maggio inizia il corso per diventare volontari: «Cerchiamo persone motivate, equilibrate, serie e coraggiose. Non c’è spazio per chi si sente Superman o dice di non sapere cosa fare in certe sere».