Roberto
Biscardini*
Milano sarà città mondiale quando riuscirà a portare alla luce i suoi Navigli e quando riuscirà a renderli totalmente navigabili, insieme a quelli di tutta la Lombardia. Dai laghi Maggiore e di Como fino a Pavia, al Ticino e al Po passando per Milano. Così come sono navigabili tutti i canali delle grandi città europee, là dove sono stati salvati, perfezionati e persino realizzati di nuovi. In tempi di pandemia, l’Associazione Riaprire i Navigli ha curato la pubblicazione del libro “Le Conche. Per la navigabilità dei Navigli lombardi”, nella convinzione che sul tema della navigabilità dei Navigli occorresse fare il punto in modo concreto. Senza il ripristino delle conche, i Navigli non saranno mai navigabili. È un libro sulla storia dei Navigli, ma anche un atlante di tutte le 54 conche della rete regionale. Molte di queste da restaurare sui Navigli esistenti, sul Naviglio Grande, su quello di Paderno, sul Martesana e sul Naviglio Pavese. Alcune moderne, alcune antichissime. Altre da ricostruire dentro Milano, lungo la “fossa interna”, proprio dov’erano prima della loro distruzione quando i Navigli furono interrati. O da ricostruire nelle loro prossimità. Tutte insieme costituiscono la base di riferimento per la riapertura dei Navigli. Conoscerle consente di immergersi in uno straordinario passato e in un presente troppo trascurato. Significa prendere contatto con manufatti di grande valore storico e culturale ed entrare in contatto con la civiltà dell’acqua. Significa riprendere contatto con quella capacità tecnica che ha rappresentato per secoli il know-how dell’ingegneria idraulica italiana, poi esportato e preso a modello nel resto d’Europa. Nel momento in cui si è riaperto a Milano il dibattito sulla riapertura dei Navigli e si pone il problema della riqualificazione dei Navigli esistenti, il volume affronta il tema delle Conche e del paesaggio circostante in modo scientifico, documentato, ma anche divulgativo. Scritto insieme a Edo Bricchetti e arricchito da un importante rilievo fotografico di Stefano Topuntoli. Uno strumento per immaginare la città del futuro. Un’opportunità per promuovere Milano e la Lombardia e per restituire loro, dopo la pandemia, il loro tradizionale ruolo turistico. Il turismo internazionale, insieme a quello di prossimità. *Urbanista e politico