Sesto San Giovanni (Milano), 26 ottobre 2023 – Extracosti non ancora quantificati per la realizzazione della Città della Salute e della Ricerca, il maxipolo sanitario con Istituto dei Tumori e Neurologico Besta che sorgerà sulle aree Falck di Sesto San Giovanni.
“Pensavamo di passare tutto agosto a fare i conti. Invece, a oggi, da parte del concessionario non ci è arrivata ancora l’istanza formale di riequilibrio del piano economico finanziario”, ha spiegato Lorenzo Gubian, direttore generale di Aria Spa, durante la commissione regionale di oggi, giovedì 26 dicembre, proprio per fare il punto sul progetto di sanità pubblica più imponente in Italia. “Siamo comunque ben coscienti dei rincari che ci sono stati prima dopo il Covid e poi dopo il conflitto”.
Oltre a un normale adeguamento prezzi per un progetto che è datato ormai 15 anni fa e, da allora, non è mai stato adeguato. Così, ancora oggi il quadro economico è quello di sempre: 450 milioni, di cui 330 stanziati dalla Regione, 40 milioni dal ministero della Salute, 80 milioni dal concessionario relativi alle bonifiche. Dalle indiscrezioni, il consorzio Cisar avrebbe chiesto 180 milioni in più per costruire il maxiospedale, mentre a maggio i conti del Pirellone fermavano gli extracosti a 50-70 milioni. In ogni caso, non potranno essere scaricati solo sulle casse regionali, ha fatto capire l’assessore al Bilancio Marco Alparone. “La revisione del piano economico finanziario dovrà andare di pari passo con la capacità di tutti i soggetti coinvolti, che sono molti. Stiamo facendo uno sforzo per dare centralità a questo progetto anche da parte del Governo”.
Nessun numero esce fuori dalle quasi due ore e mezza di commissione, anche se l’opposizione incalza sempre su quel tasto dolente. Ma, in sordina, alla fine, arriva quella che sarà la soluzione adottata per assorbire l’enorme esborso di costi aggiuntivi non preventivati: in parte si andrà ad allungare la concessione della gestione della Città della Salute, aumentando gli anni, e in parte si andrà a proporre una revisione sul canone. Il 27 luglio c’è stato l’avvio di un cantiere che, solo in senso longitudinale, misura 1,4 chilometri. “Un cantiere complesso, che coabita con quello per la stazione a ponte e con la parte privata da sviluppare – ha sottolineato l’ingegner Monica Sivo, responsabile unico del procedimento -. In questi mesi, sempre insieme alle Fondazioni degli Irccs, abbiamo reso il progetto moderno e all'altezza delle due eccellenze che andranno a vivere questo edificio. Tutte le alte complessità tra apparecchiature, aree interventistica, pediatrica, degenza, laboratoristica e di ricerca, anche con una piattaforma dedicata, sono state rese in modo molto funzionale ed estremamente all'avanguardia”.
Entro Natale si attende la presentazione del progetto esecutivo complessivo di una struttura che si estenderà su 130mila metri quadri e avrà 650 posti letto, 19 sale operatorie e 10 sale di interventistica . “Mancano solo alcuni dettagli. Siamo ambiziosi, ma ci siamo dati il traguardo del 10 novembre 2026”. Significa che, tra collaudo finale e trasloco di apparecchiature, dipendenti e uffici la Città della Salute dovrebbe entrare in esercizio per settembre 2027, vale a dire 12 anni in ritardo rispetto al primo cronoprogramma che fissava l’inaugurazione nel 2015. Si è sbloccata, invece, tutta la partita sul resto delle aree dopo il riassetto societario proprietario delle aree Falck, un milione e mezzo di metri quadri totali di aree dismesse: Hines manterrà l’Unione Zero, dove si sta lavorando per lo studentato, l’albergo, le residenze convenzionate per il personale ospedaliero, le torri private, il primo pezzo di parco urbano, mentre Redo e Coima svilupperanno l’Unione Uno, l’Unione Due, il Concordia e i restanti satelliti. A marzo 2025 è prevista la fine dei lavori per la stazione disegnata da Renzo Piano, il 7 novembre 2026 quella del ring con i posteggi e le altre opere pubbliche. Se non ci saranno altri intoppi, tutta Unione Zero sarà pronta per il 2027.