Cinque Giornate, tesoro sotterraneo: "Daremo un volto ai milanesi caduti"

Via al resaturo della cripta. Nel frattempo Cristina Cattaneo esaminerà gli scheletri per scoprirne le storie

Cinque Giornate, tesoro sotterraneo: "Daremo un volto ai milanesi caduti"

Cinque Giornate, tesoro sotterraneo: "Daremo un volto ai milanesi caduti"

di Marianna Vazzana

MILANO

L’insurrezione dei milanesi per liberare la città dal dominio austriaco nel 1848 è un ricordo che nella memoria collettiva non è mai stato scalfito e che risorge ogni anno, tra il 18 e il 22 marzo: le Cinque giornate di Milano. Un tassello della storia che resta sempre sotto gli occhi dei milanesi, nell’omonima piazza, sotto forma di un obelisco in bronzo alto 23 metri e circondato da cinque figure femminili, allegoria di quelle giornate, sul quale sono riportati i nomi dei milanesi caduti. Opera dello scultore Giuseppe Grandi. Ma c’è anche un mondo sotterraneo, sotto l’asfalto: quello della cripta che dal 1895 conserva tutte le salme, fino a quel momento raccolte nel sepolcreto dell’antica Ca’ Granda, oggi Policlinico, e nella chiesa di Santa Maria del Carmine, più altri corpi, verosimilmente di soldati austriaci morti nei moti e pure di ex degenti dell’ospedale. Quanti sono? Chi erano? Si cercherà di dare loro un volto e un nome. Secondo le previsioni, potrebbero esserci i resti di 400 persone.

È uno degli obiettivi del progetto di valorizzazione della cripta e del monumento delle Cinque Giornate, a cura di Comune di Milano, Università degli Studi e Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico. Percorrendo una scala chiusa da una botola in bronzo, sempre opera dello scultore Grandi, si accede a un deambulatorio e a un corridoio centrale che unisce la sala d’ingresso con una apertura sul lato esterno, chiusa da una grata. Un luogo che ha bisogno di manutenzione, soprattutto per via dell’umidità dovuto al passaggio del canale Redefossi e alle infiltrazioni laterali e dall’alto. Il primo passo sarà eliminarle. Una volta terminati gli interventi all’esterno, che saranno realizzati dalla Direzione tecnica e Arredo urbano, "l’area Funebri e cimiteriali del Comune di Milano – spiega Palazzo Marino – partirà con una campagna di diagnostica", che comprenderà pure un’esplorazione georadar su pavimentazioni e murature e un’analisi chimico fisica. Poi, la posa di un’apparecchiatura elettronica in grado di rimuovere la causa dell’umidità. Per rimettere in sesto la cripta si stima un costo dei lavori tra 70mila e 100mila euro, come base d’asta. Secondo i piani, il sito restaurato verrà aperto al pubblico per le Cinque Giornate del 2026.

In contemporanea, si procederà al recupero e allo studio dei resti scheletrici, a cura della professoressa Cristina Cattaneo, docente di Medicina legale dell’Università degli Studi di Milano e fondatrice del Labanof (Laboratorio di antropologia e odontologia forense): "È una scatola chiusa – sottolinea –. Ci aspettiamo di ricostruire la nostra storia attraverso gli occhi della scienza, restituendo dignità e identità a queste vittime rimaste nell’ombra". Così "ritroveremo le storie personali dentro la grande storia", aggiunge Maria Pia Abbracchio, prorettrice dell’ateneo. L’analisi determinerà il profilo biologico (sesso, età, statura, etnia, malattie) di chi è sepolto sotto la piazza. "Quella delle Cinque Giornate – dichiara l’assessore ai Servizi civici Gaia Romani – è una storia che tocca i cuori dei milanesi. A dimostrarlo è la grande partecipazione che ogni anno, dal 18 al 22 marzo, l’apertura straordinaria registra, grazie alla passione e all’impegno dei volontari e delle volontarie in forza al Monumentale". Ruolo fondamentale anche quello della Ca’ Granda "che è stata la prima custode dei caduti – spiega il presidente del Policlinico Marco Giachetti –. Grazie ai documenti del nostro archivio storico possiamo dare un nome e una professione ai caduti". Registri preziosi, che con il loro ritrovamento (si pensava che i dati fossero andati persi per sempre durante i bombardamenti della guerra) hanno riacceso le speranze.