
di Roberta Rampini
N spazi intercambiabili, N come possibilità infinite di ospitare artisti ed eventi. Non un semplice studio d’arte, ma un hub artistico in continuo movimento dove sperimentare e attivare percorsi virtuosi: è tutto questo Spazienne di via Per Cesate 64 a Garbagnate Milanese. Il progetto è nato nel 2014 dall’idea di Stefano Comensoli, Nicolò Colciago, Federica Clerici e Giulia Fumagalli, quattro amici che si sono conosciuti negli anni di studio in Naba, la Nuova Accademia di Belle Arti a Milano e di Alberto Bettinetti, docente nel corso di arti visive e grapich design. Iniziano con la mostra +N1.
"Siamo tutti artisti, in ambiti diversi e Spazienne nasce dalla voglia e dalla curiosità di confrontarsi con varie tipologie di spazi. Una modalità nomade che attiva luoghi differenti, dalla galleria d’arte a spazi più generici. Inizialmente lo abbiamo pensato e inaugurato come uno spazio di autoproduzione, ma negli anni è mutato, si è ampliato e ha assunto anche nuove forme - racconta Giulia Fumagalli -. Nel novembre del 2017 siamo entrati in possesso di una macchina da stampa risograph e abbiamo avviato la sezione editoriale. Nel dicembre 2018 abbiamo attivato Megazzino: un’area di circa 100 metri quadrati, un luogo di ricerca e sperimentazione allargata e condivisa, che include anche figure che non provengono necessariamente dal campo dell’arte, è un luogo che rimane aperto per accogliere diversi ambiti culturali. Spazienne propone un lavoro nell’ambito del pensiero artistico, non fine a se stesso, ma che apre alla ricerca di altre possibilità".
Il Megazzino negli anni è diventato un luogo di ricerca e di sperimentazione allargata e condivisa che ha ospitato altri artisti con le loro opere, installazioni e performance, eterogenee nelle forme, nei materiali ma accomunate dalla volontà di genererare altro, anche al di fuori, in ambito urbano. Mostre e spazi hanno assunto nomi in ordine progressivo +N2, + N3 con la n a indicare l’infinità di cose che si fanno. Le ultime opere di Giulia Fumagalli hanno come titolo Aeree(F). "Avevo necessità di metabolizzare un momento importante della mia vita. E da qui l’idea di creare delle sculture che riuscissero a volare. Sono partita lavorando il plexiglass per dargli una terza dimensionalità cercando così di avvicinarmi all’oggetto dell’origamo. Volevo che in casa potessero occupare spazi diversi, oltre la parete e non solo. Che potessero fluttuare nel cielo. Il cielo, uno degli elementi naturali a cui mi sento più affine. Che siano nuvole, tramonti, eclissi e stelle. Alla luna, infatti, ho dedicato la mostra dal titolo Chissà come si sente la luna, una serie nata dalla voglia di analizzare i rapporti umani".