Chiuse 3 linee metropolitane su 5 Riesce la protesta degli autonomi

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Lo sciopero che ieri ha costretto Atm a chiudere le stazioni di 3 linee della metropolitana su 5 – vale a dire la M1, la M2 e la M3 – è stato indetto a livello nazionale, non cittadino. La motivazione ufficiale era la seguente: "Rivendicare la centralità dei trasporti pubblici e del ruolo degli autoferrotranvieri". Nulla di strettamente focalizzato sulla vertenza in corso proprio in Atm, quella relativa ai livelli di retribuzione, alla sicurezza del personale che lavora a contatto con i passeggeri e al ricorso ai contratti part-time. Non bastasse, le due sigle che hanno indetto lo sciopero di ieri (Usb e Cobas) non sono formalmente coinvolte nella vertenza di cui sopra. Nonostante questo, la riuscita della protesta sembra potersi spiegare anche alla luce di quanto sta avvenendo a Milano e in Foro Bonaparte. "In metropolitana – commenta Pasquale Ferri, del sindacato Orsa – si è registrata una massiccia adesione ad uno sciopero proclamato da sigle sindacali autonome che in metropolitana non hanno rappresentanza. I delegati Rsu Orsa da tempo sottolineano il malumore dei lavoratori per un mancato adeguamento al carovita delle retribuzioni dei tranvieri milanesi ormai ultimi per livello salariale in Europa, ma Atm e proprietà sono sorde a queste istanze quindi non c’è da meravigliarsi se i lavoratori hanno aderito allo sciopero". In superficie è andata meglio, anche se i tempi di attesa alle fermate si sono dilatati, in alcuni casi anche significativamente.

Giambattista Anastasio

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