Chi è la ragazza che ha tentato di rapire il bimbo in Gae Aulenti: le era stato tolto un figlio. Cosa ha detto al papà del piccolo

Milano, le frasi deliranti della 21enne che abita nei casermoni di San Siro ora accusata di sequestro di persona: “Non mi importa nulla del tuo bambino...”

L'intervento dei carabinieri in piazza Gae Aulenti (da Instagram: milanobelladadio)

L'intervento dei carabinieri in piazza Gae Aulenti (da Instagram: milanobelladadio)

“Non mi importa nulla del tuo bambino, io ne ho già uno mio, l’ho partorito io...". Tardo pomeriggio di domenica, piazza Gae Aulenti. Il centro di gravità permanente di Porta Nuova è pieno di famiglie e turisti, che si godono la giornata soleggiata all’ombra dei grattacieli. Qualcosa stona nella folla: c’è un uomo che ha preso a seguire una ragazza, non vuole che si allontani. Appena vede i carabinieri, lei capisce che li ha chiamati lui, si gira di scatto e farfuglia poche parole che probabilmente svelano in parte il movente di un gesto insensato: "Io un bambino ce l’ho già...". E invece quella frase, stando a quanto risulta al Giorno, va pronunciata all’imperfetto: ce l’aveva, ma l’affidamento le sarebbe stato tolto per i conclamati problemi psichiatrici e l’incapacità di accudirlo.

L’accusa

Ora R.B. , ventunenne nata a Genova da genitori di origine marocchina e residente in uno degli stabili popolari più problematici del quartiere San Siro, dovrà rispondere della grave accusa di sequestro di persona, per aver cercato di rapire un bambino di due anni sotto gli occhi del papà.

La ricostruzione

Ore 18.30: il piccolo sta giocando con il fratellino di sette anni e con il figlio di otto anni di un’amica dei genitori. La madre quarantaduenne è appena entrata in gelateria; il padre quarantunenne sorveglia i bimbi a una distanza di una decina di metri, senza mai perderli di vista. A un certo punto, si materializzano dal nulla due giovani donne: una è R.B., che dice qualcosa al più piccolo e gli sorride. All’improvviso si china su di lui, lo prende in braccio e comincia a camminare in direzione delle scale mobili che portano agli ingressi della stazione Garibaldi e alla fermata della metropolitana. Dopo un attimo di incredulità, il padre del bambino inizia a urlare: "Cosa fai? Mettilo giù, mettilo giù subito".

La ventunenne non se lo fa ripetere: lascia il bambino e prova ad abbozzare una spiegazione che non sta in piedi ("Era solo uno scherzo"). Finita? No, perché il quarantunenne chiama il 112 e resta al telefono con l’operatore, continuando a pedinare la ragazza e dando informazioni in tempo reale alle forze dell’ordine.

L’intervento

I carabinieri di Radiomobile, stazione Garibaldi e Nucleo operativo della Compagnia Duomo, impegnati in uno dei consueti servizi di monitoraggio nei principali snodi cittadini della rete ferroviaria, sono lì nel giro di pochi secondi: bloccano la ventunenne (tra gli applausi dei presenti, come immortalato in un video diventato virale) e la denunciano a piede libero per sequestro di persona. Dagli accertamenti in banca dati, emergono i precedenti di R.B. per reati contro il patrimonio, che la descrivono come l’autrice di piccoli furti in zona Stazione Centrale; l’archivio dei controlli in piazza Duca d’Aosta e dintorni, incrementati negli ultimi quattro mesi, la segnala come presenza fissa da quelle parti, tra le ladre e le borseggiatrici che si muovono tra la Galleria delle Carrozze e il mezzanino delle linee M2 e M3. Nessun provvedimento è stato preso dai militari nei confronti della donna che era con lei, che, stando a quanto ricostruito finora dalle indagini e dalle testimonianze di chi ha assistito alla scena, non ha avuto un ruolo attivo nel folle raid.

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