Milano, 22 luglio 2024 – L’attore Wagner Moura che nei panni di Pablo Escobar, il re dei narcotrafficanti, conta pacchi di dollari nell’iconica serie Narcos su Netflix rischia di essere superata. O meglio, va adattata ai tempi moderni.
Lo conferma la storia di Natalino Grasso che dal suo bilocale da 900 euro al mese a Cernusco sul Naviglio organizzava le spedizioni di cocaina via mare, gestendo le navi, gli equipaggi e la logistica delle spedizioni intercontinentali.
Come riporta oggi il Corriere della Sera, il narcos 57enne è stato fermato dal Goa del Gico della Guardia di Finanza nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla Procura distrettuale Antimafia di Milano. Sequestrato anche un suo portafoglio di criptovalute da 400mila euro, parte del tesoretto accumulato con il traffico di cocaina dal sudamerica.
I traffici
A quanto emerso dalle indagini, Grasso avrebbe organizzato il trasporto di circa 400-450 chili di cocaina avvenuto nel luglio del 2022 dal Venezuela alla Spagna, «avvalendosi dei suoi uomini di fiducia che si trovavano in Venezuela e mediante l'impiego di un veliero denominato Ventura”.
Allo stesso modo, in passato avrebbe gestito il trasporto di 600 chili di droga dalla Lazy Bones e, appena un mese fa nelle acque della Martinica di una tonnellata di cocaina, sequestrata lo scorso 8 giugno da una fregata della Marina militare francese. Difeso dall'avvocato Nicolò Vecchioni, Grasso si è avvalso della facoltà di non rispondere nell'interrogatorio davanti al gip Roberto Crepaldi.
Il tesoretto
Sino ad ora le divise virtuali erano considerate tesorerie criminali pressoché impermeabili alle investigazioni. Il sequestro dei 400mila euro in criptovalute (bitcoin ed ethereum ) ordinato dal pm milanese Rosario Ferracane con la procuratrice aggiunta Alessandra Dolci costituisce un passo in avanti nella lotta ai narcos moderni.
È stato reso possibile grazie alle intercettazioni ambientali che in casa e auto carpivano le istruzioni e i codici di accesso (da oltre 40 lettere e numeri).
Alla moglie
Nelle intercettazioni Grasso spiegava alla 27enne moglie venezuelana («Abbiamo questi 450, ma in 10 anni tu sai quanto varrà il bitcoin, possono essere 3-4 milioni in più, lo so e non tocco nulla perché non si può vivere alla giornata, un domani alla bambina non deve mancare niente!»)
Alla figlia
Grasso si rivolgeva affettuosamente persino alla figlioletta neonata che gli sorrideva mentre per scherzo il papà glieli leggeva («Tu potresti vivere tutta la vita con i bitcoin, capisci? Sei contenta eh? Però guarda che devi andare a lavorare…»).
Fiuto per gli investimenti
Del resto Grasso — già 4 arresti tra il 2000 e il 2018, e ora in affidamento ai servizi sociali concessi dal Tribunale di Sorveglianza di Brescia per una condanna per 30 chili di hashish — a suo modo ha i piedi per terra nel rapporto con il denaro: si arrabbia con il suo skipper francese che, uscito dal carcere, «ha dilapidato la lotteria» di tutti i soldi guadagnati; diversifica con investimenti classici in Svizzera e Liechtenstein, tanto che alla moglie confida: “Nessuno guadagna così, un dottore sì ma deve pagare le tasse e alla fine gli rimangono 2.500…”). Un tesoretto ora confiscatogli «per sproporzione» con i 18.999 euro dichiarati al Fisco in 10 anni.