Cernusco al fianco dei lavoratori colpiti dal dramma

Il messaggio del sindaco: "Abbracciamo i 170 ucraini che vivono tra di noi per avere un futuro migliore"

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"Siamo a fianco dei 170 cittadini ucraini che abitano in città". Il sindaco Ermanno Zacchetti ha chiamato il Consolato a Milano per mettersi a disposizione: "Non li lasceremo soli. Siamo pronti a farci carico di ogni necessità". Cernusco si rimbocca le maniche per offrire assistenza ai lavoratori, soprattutto donne, badanti e colf, che si prendono cura di anziani e sbrigano lavori domestici. I primi arrivi negli anni Novanta, dopo la caduta del Muro di Berlino, poi un costante aumento nel tempo. "È la seconda comunità di stranieri più diffusa da noi", ricorda il primo cittadino che ribadisce: "Faremo da ponte per comunicazioni o informazioni, o per qualunque bisogno dovesse presentarsi". L’angoscia di chi non riesce a tornare in patria dopo l’invasione russa di Kiev è "per i familiari, temono di non riuscire più a contattarli, a rivederli". Una sofferenza che nessuna parola può spiegare per figli e nipoti sotto le bombe. "Hanno affrontato tanti sacrifici per garantire ai loro ragazzi una vita migliore e ora rischiano di morire – racconta Zacchetti commosso –. Come ribadito poche ore fa dalla giunta Cernusco si riconosce nella Costituzione e ‘ripudia la guerra’. Dall’altro ieri la bandiera della pace è esposta sulla facciata del Municipio a fianco di quelle europea, italiana e lombarda".

"È un messaggio per il popolo ucraino che stringiamo in un abbraccio fraterno – aggiunge il sindaco – Ai nostri concittadini diciamo che condividiamo queste ore tremende per il destino del loro Paese". Gli occhi sono puntati sulle sanzioni e sulla diplomazia, ma per queste donne che vorrebbero solo riabbracciare genitori e figli "l’attacco russo ha già causato una ferita che non si rimarginerà facilmente". Bar.Cal.

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