Milano, centro estivo senza infermiere: la bimba disabile resta a casa. Il papà denuncia

Dal 1° luglio a oggi la piccola Roberta ha potuto frequentare un solo giorno. "Questa è una discriminazione di fatto nei confronti dei minori con disabilità"

Fortunato Nicoletti, di "Nessuno è Escluso", con le figlie Roberta e Francesca

Fortunato Nicoletti, di "Nessuno è Escluso", con le figlie Roberta e Francesca

Questa volta ha messo tutto nero su bianco in una denuncia: "Voglio capire se sia possibile chiarire di chi sia la responsabilità di questa situazione, voglio che qualcuno sia finalmente chiamato a risponderne", spiega Fortunato Nicoletti, papà di Roberta, bambina di 6 anni con una disabilità gravissima, e vicepresidente dell’organizzazione di volontariato "Nessuno è escluso". La denuncia è stata presentata martedì, l’altroieri, alla polizia locale. Quel giorno non è accaduto nulla di particolare, in realtà. Ed è proprio questo il punto. Da qui origina l’esasperazione di questo padre: neppure martedì, infatti, la sua Roberta è potuta andare al centro estivo comunale di via Simone Martini. E non ha potuto andarvi perché anche martedì mancava l’infermiera, una presenza per lei fondamentale e proprio per questo prevista dalla legge. E l’infermiera mancava perché la Fondazione Maddalena Grassi, l’ente che in questo caso dovrebbe garantirla, non ne trova a sufficienza. E non ne trova a sufficienza perché in Lombardia, come nel resto del Paese, come già denunciato su queste pagine dalla stessa Fondazione e da altri enti ed associazioni del sociosanitario, vi è una significativa carenza di infermieri, oltre che di educatori e, in generale, di tutti quei profili che rientrano nelle professioni di cura. "Nel frattempo a mia figlia stanno togliendo un diritto costituzionale – sottolinea Nicoletti – e le stanno dando un’assistenza inadeguata".

Nel dettaglio, il centro estivo del Comune al quale è iscritta Roberta ha aperto il 1° luglio, "ma lei – spiega il papà – è riuscita ad andarci soltanto un giorno perché negli altri giorni l’infermiere non era disponibile. E sappiamo già che non ci sarà neppure giovedì (oggi ndr) e venerdì. È giusto tutto questo? È giusto che una bambina di 6 anni sia costretta a starsene a casa perché non c’è alcuna istituzione che riesca a garantirle quanto viene garantito ad altri suoi coetanei, cioè la possibilità di frequentare un centro estivo? Piaccia o no, questa è una discriminazione di fatto nei confronti di una bambina con disabilità". Il problema della mancanza di personale è generalizzato, come anticipato. E a pagarne le conseguenze sono soprattutto i minori con disabilità gravissime. Ci sono province e aree della Lombardia dove gli enti in grado di occuparsi di assistenza domicilare ai bambini con disabilità si contano, a fatica, sulle dita di una sola mano. Ne abbiamo scritto più volte su queste pagine e con testimonianze di più famiglie.

"La stessa situazione si è ripetuta durante tutto l’anno scolastico – ricorda e sottolinea Nicoletti – e a farne le spese non è stata solo Roberta ma tanti altri alunni con disabilità e le loro famiglie". Non è finita, però. "A causa della carenza di infermieri e, evidentemente dell’incapacità di trovarne da parte di chi di dovere, anche il Piano Assistenziale Individuale (PAI ndr) di mia figlia è al momento inadeguato", spiega Nicoletti. Da qui la decisione di fare denuncia alla polizia locale, una decisione forte e simbolica al di là di quella che sarà o che potrà essere la strada di questo esposto: "Siamo stanchi di parole, parole e parole – spiega il papà di Roberta –. In assenza di fatti e di passi avanti nella gestione dei servizi per i minori, vogliamo capire se si riesca una volta per tutte ad individuare di chi sia la responsabilità di questa situazione. La denuncia è stat presentata contro ignoti: a chi compete in ultima istanza evitare che si creino queste disparità? Regione Lombardia, Agenzia di Tutela della Salute, Aziende socio sanitarie territoriali? Questo è il punto. Di certo non possiamo mettere in croce la Fondazione Maddalena Grassi che a suo tempo denunciò tra le prime la carenza di infermieri, le difficoltà a reperirne e le conseguenze che questa carenza e queste difficoltà avrebbero avuto sul servizio prestato ai minori e alle loro famiglie". Letizia Moratti, vicepresidente della Regione nonché assessore al Welfare, ha annunciato per luglio un provvedimento di riordino ed efficientamento dell’assistenza domiciliare integrata. Dalle sue anticipazione è parso che tale provvedimento prenderà in considerazione soprattutto la presa in carico delle persone con più di 65 anni. Ma la speranza è che ci siano novità e passi avanti anche per i minori.

mail: giambattista.anastasio@ilgiorno.net

 

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