Centrale affollata per i rientri Tra lo shopping e la cultura archiviate le feste più scintillanti

Spente le luci in Duomo, smantellate le "casette" del mercatino si torna alla normalità ma i momenti di allegria non saranno dimenticati in questo che è stato il primo Natale da "liberi"

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La "grande abbuffata" delle feste natalizie è finita. La city si sveste delle luci, degli addobbi, saluta la Befana che pure s’è fatta vedere in Galleria, il mercatino di Natale, preso d’assalto per tutto il tempo da comitive di turisti (cresciuti del 63,9 % rispetto al 2021) e milanesi, e si appresta ad indossare i "consueti" panni di metropoli economica. Smontate ieri le "casette", lo stesso si farà per il gigantesco albero di Natale che come da tradizione, è stato inaugurato a Sant’Ambrogio alla presenza del sindaco Beppe Sala. Chiamato ‘Pina’, è piaciuto a tutti tranne a Matteo Salvini il quale ha dichiarato di non amare le "palle di colore "rosa" ma solo "rosse". “Pina“, come ha fatto sapere, spegnendo ogni polemica, lo sponsor Veralab, è un bellissimo abete (cresciuto in Trentino-Alto Adige) che per cause ambientali non era più stabile e doveva essere abbattuto. Intanto, ieri, slittata di una settimana la domenica gratuita ha regalato ingressi free nei musei civici, con punte di visitatori che hanno superato i ventimila. E nonostante Giove Pluvio, mentre molti affollavano la Centrale per i rientri, altri affrontavano lunghe code per visitare i capolavori (finora per un totale di 46 mila ingressi) a Palazzo Marino, opere che pure restano a disposizione sino al 15 gennaio.

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