VALERIANO MUSIU
Cronaca

Cento mappe per una città nuova "Servono spazi urbani per i rider"

Nausicaa Pezzoni, docente del Politecnico: "Un invito agli urbanisti per progettare nuovi spazi d’incontro". Il progetto nasce da una ricerca su come i migranti osservano le metropoli dove sono arrivati

di Valeriano Musiu

"Le cento mappe disegnate dai rider calano giù dal soffitto. Questo allestimento fa scontrare fisicamente le persone con una nuova visione di Milano e le costringe a uscire dalle rappresentazioni che ne fanno di solito", racconta Nausicaa Pezzoni, docente di Architettura e Disegno Urbano al Politecnico che ha curato la mostra “La città dei rider”. L’esposizione, allestita presso l’associazione Isolacasateatro, è visitabile su appuntamento fino al 26 novembre.

Il progetto nasce da una ricerca di Pezzoni su come le nuove popolazioni, in particolare migranti, osservano e rappresentano una città in cui sono appena arrivate. Un metodo di lavoro che si è successivamente concentrato sui rider grazie a una tesi di laurea magistrale curata da Andrea Arzenton e Cinzia Nicolais, che hanno intervistato cento rider attivi sul territorio di Milano chiedendo loro di fare una mappatura della città.

Attraverso uno studio delle loro mappe, delle traiettorie e dei punti di sosta occupati spontaneamente dai rider, sono emerse geografie urbane totalmente nuove. "I rider sono persone che fanno un’esperienza della città diversa dal resto degli abitanti. Sono una nuova popolazione urbana per cui la città è una visione in movimento: questo ci permette di scoprire luoghi nuovi", commenta Pezzoni.

La convivenza, però, non è sempre facile: "Quelle dei rider e dei residenti sono due traiettorie parallele che si scontrano, ma non si incontrano mai. Si crea una conflittualità nell’uso dello spazio pubblico". Dalla ricerca infatti emerge che "per i ciclofattorini la città è lo spazio del lavoro, ma originariamente non era stata pensata con questo obiettivo e quindi non è attrezzata per questo tipo di fruizione: i rider non hanno luoghi per riposare, per ripararsi dal freddo e dalla pioggia, non possono contare su luoghi di sosta né su servizi igienici". Le immagini esposte sono delle “mappe umane” che danno voce ai fenomeni di trasformazione della città contemporanea, anche quelli più nascosti. Un appello per gli urbanisti a ripensare gli spazi urbani e creare nuovi luoghi di incontro aperti a tutti i cittadini. Senza calare progetti dall’alto, ma ascoltando le reali necessità. Per Pezzoni, lo scopo della ricerca è "creare nuovi sistemi di incontro: luoghi abitabili, salubri. Una nuova idea di spazio pubblico condiviso".

L’esposizione intende inoltre aprire un dialogo con cittadini, amministratori, tecnici, sindacalisti e gli stessi autori delle mappe con un obiettivo concreto: progettare dei punti di ritrovo e di sosta per i rider, pensando inoltre a una rete ciclabile diffusa che possa mettere in contatto questi luoghi con le altre traiettorie urbane.