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Caterina Balivo: "Qui le cose succedono. Ed è bello anche l’inverno"

Da Napoli per lavoro e per amore di MASSIMILIANO CHIAVARONE

 Caterina Balivo (Newpress)

Caterina Balivo (Newpress)

Milano, 22 novembre 2015 - «A Milano ho cominciato ad amare l’inverno». Lo racconta la conduttrice tv Caterina Balivo. Una bella conquista per lei che è nativa di Napoli e ha vissuto ad Aversa. «Sì, ora penso che sia una delle stagioni più belle con le foglie che cadono, l’odore della nebbia quando c’è, la neve. Prima guardavo le nevicate solo nei servizi dei tg».

Come è entrata Milano nella sua vita?

«All’inizio richiamata dalle amicizie. Venivo qui per trascorrere i week end con amici e amiche. Amavo molto ballare per cui conoscevo tutte le discoteche. Dal 2010, invece, mi ci sono trasferita per lavoro a partire dalla conduzione di “Pomeriggio sul 2”, fino ad approdare a “Detto Fatto” che presento da tre anni e mezzo».

Cosa l’ha colpita della città?

«Il piglio organizzativo, un certo ordine per le strade e poi la sorpresa di constatare che a Milano le cose accadono. Penso a mia sorella Sarah laureata in Architettura a Napoli che era rimasta a casa ad Aversa, con i miei, perché non trovava nulla. Invece l’ho spronata a reagire e a venire qui. Lei si è iscritta a un Master al Politecnico e subito dopo è stata assunta da un’azienda di moda».

Ci sarà qualcosa che le piace di meno?

«Vorrei più piste ciclabili e la chiusura totale del centro. Lo capisci quando hai un figlio».

Gira molto in bicicletta a Milano?

«Sì, vivo questa città su due ruote. Quando posso pedalo nei parchi di piazza Vetra e Sant’Eustorgio. È una fortuna che li abbiano protetti con i cancelli così restano intatti».

La zona che preferisce?

«Via Mecenate. Non scherzo, è la via dove mi trovo tutti i giorni a lavorare in Rai, ma ho cominciato ad apprezzarla. Dal 2013 questa strada è al centro della mia esistenza. Spesso per raggiungerla prendo il tram e qualche volta ci porto anche mio figlio Guido Alberto. Per me la via Mecenate non è più periferia, ma è un nuovo centro, è una strada costellata da grandi costruzioni e magnifici spazi. I fabbricati industriali ora riconvertiti sono diventati studi televisivi, sedi di altre aziende e anche abitazioni private. E poi adoro le case con i mattoni rossi, mi ricordano Londra ma anche il passato operaio di Milano che ha fatto grande questa città. Insomma per me Milano non spreca le occasioni».

Cosa vuol dire?

«È una città che non si ripiega su se stessa. È da prendere ad esempio. È diventata il polso per misurare l’evoluzione dell’Italia. Qui trovi strutture, professionalità, voglia di fare, iniziative e l’obiettivo di portare a termine i progetti. Mi fa sentire proiettata nei grandi centri europei dove accadono le cose».

E dal punto di vista personale Milano cosa le ha dato?

«Sempre nel mio periodo milanese mi sono sposata e ho avuto un figlio. Sono i momenti più importanti della mia vita».

Anche come cittadina si sente coinvolta da Milano?

«Sì, perché apprezzo il suo impegno nel campo sociale, in particolare nel contrastare la violenza contro le donne. Proprio per questo sono diventata testimonial di un’iniziativa presentata a Palazzo Marino. Inoltre collaboro con Imation, la Onlus fondata da mio marito, Guido Maria Brera, per aiutare i bambini malati di fibrosi cistica e le loro famiglie. Sa che le dico? Copiamo da Milano».

E ora raddoppia la sua presenza in tv con “Monte Bianco” su Rai 2 tutti i lunedì?

«Sì, in fondo è un omaggio al mio amore “milanese” per l’inverno, il freddo e la neve. È stata una sfida elettrizzante perché ho dovuto collocare la mia conduzione in dinamiche nuove, all’interno di una competizione che ha coinvolto anche me. Mi sono dovuta misurare con condizioni di vita difficili ma ho sempre mantenuto l’entusiasmo».

Lei da partenopea cosa ha dato a Milano?

«Milano alcune volte è troppo organizzata, allora io dico spesso ai milanesi: “Prendetela con filosofia”».

mchiavarone@gmail.com