Categoria in subbuglio: "Si aumentano le auto ma i problemi restano"

Critiche anche alla "comunicazione via social"

Categoria in subbuglio: "Si aumentano le auto ma i problemi restano"

Categoria in subbuglio: "Si aumentano le auto ma i problemi restano"

di Marianna Vazzana

A scontentare la categoria dei tassisti sono due aspetti. Il primo, formale: la scelta di comunicare "via social le decisioni, prima ancora di averle condivise con noi". Il secondo, nella sostanza: "Non serve aumentare le licenze se non si fa un ragionamento complessivo, che tenga conto del contesto: la città di Milano. Possiamo aumentare le auto bianche ma questo è solo mettere una pezza se non si risolvono i problemi alla base". Si può sintetizzare così la reazione all’annuncio della delibera approvata dalla Giunta comunale che prevede il lancio di un bando per mettere in strada altre 450 auto pubbliche "entro l’estate" e la possibilità di attivare nuove seconde guide. Il primo a pronunciarsi è Emilio Boccalini, vice presidente di Taxiblu 02.4040 e presidente Satam-Cna. Prima riflette sul numero: "Curioso che il sindaco sia ritornato su un numero di 450 licenze, lo stesso che si era deciso nel 2019 basandosi su dati reali, da noi sempre richiesti per un computo del genere e non un numero di licenze inventato e basato sul nulla. Non capisco bene che strada questa Amministrazione voglia intraprendere per migliorare il servizio. Certo è che, una volta, nelle comunicazioni di questo tipo si inseriva la dicitura “condiviso con la categoria”. Oggi invece le intenzioni del Comune per quello che è in sostanza il nostro futuro le apprendiamo direttamente dai social".

Ma le 450 nuove licenze – con l’obiettivo di arrivare a mille – potranno migliorare il servizio alla città? "Il fatto è che – precisa Boccalini – occorre ragionare in base al contesto. Parliamo di Milano, che in Italia ha la maglia nera per furti e scippi, dove la velocità media di percorrenza basata sui dati di Google è di 7 chilometri orari nelle ore di punta, dove dopo il Covid sono diminuiti gli utenti dei mezzi pubblici (e questo significa strade più affollate da auto private, moto, bici e monopattini), dove percorrendo carreggiate ristrette come corso Buenos Aires o corso Monforte è difficile garantire il servizio". Poi aggiunge: "Prendiamo ad esempio una giornata come mercoledì: tra le 16 e le 17 abbiamo chiamate inevase al 5%, e il 70% di auto occupate. Al venerdì, invece, alla stessa ora, “solo“ il 50% di auto occupate ma le chiamate inevase che schizzano. Come mai? Perché i tassisti non riescono a spostarsi. E la soluzione è aggiungere licenze?".

Non solo: "Dove il sindaco pensa che potranno posteggiare le nuove auto bianche, se sono diminuiti i posteggi per i taxi? – incalza Claudio Severgnini di Tam, Tassisti artigiani milanesi –. È successo in più luoghi: Tricolore, San Babila, largo Augusto ma anche nei pressi di ospedali come Policlinico e Niguarda". E poi batte ancora il tasto della comunicazione: "Stupisce non ci sia stato un confronto diretto e sincero tra l’istituzione comunale e le associazioni di categoria". Silla Mattiazzi, delegato regionale Uil Trasporti, torna invece sul numero di licenze. "Il numero 450 – evidenzia – era emerso nel 2019. Ora non c’è stato un monitoraggio. E ci sono stati dei cambiamenti, delle ripercussioni nei viaggi, dovuti alle guerre in corso. Il numero di licenze in più potrebbe essere spropositato". Considerazioni espresse a tre giorni dal presidio programmato per lunedì davanti a Palazzo Marino, in contemporanea con la seduta di Consiglio comunale. "Pur avendo noi più volte cercato di stabilire un dialogo costruttivo col Comune, viabilità, sicurezza e lotta all’abusivismo non paiono essere nell’agenda di questa amministrazione", si legge nella nota firmata da Acai Milano, Claai, Satam, Tam e Unione Artigiani. La manifestazione è stata indetta per protestare contro la "preoccupante riduzione sistematica di posteggi taxi a cui stiamo assistendo da alcuni mesi in diverse zone di Milano".

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