Ucciso dal treno a Cassano d'Adda: vuoto d’aria fatale per Ahmed

Il vortice creato dal treno in transito non ha lasciato scampo al 18enne che aveva scavalcato la recinzione

I rilievi dei carabinieri di Pioltello alla stazione di Cassano teatro del dramma

I rilievi dei carabinieri di Pioltello alla stazione di Cassano teatro del dramma

Cassano d'Adda (Milano) - Vuoto d’aria fatale per Ahmed, il 18enne di origini marocchine, morto sui binari a Cassano, mercoledì sera. Era arrivato da fuori insieme al fratello gemello e a un amico. I tre, scesi da un altro convoglio, anziché imboccare il sottopassaggio avrebbero scavalcato la recinzione incamminandosi lungo la massicciata. Questa la prima ricostruzione della Polfer, che esclude l’ipotesi del suicidio.

All’origine della tragedia un’imprudenza pagata a caro prezzo. Poco prima delle 20, in quel punto, passava il regionale Milano-Cremona a più di 100 chilometri l’ora, una velocità tale da generare un vortice che ha attratto la vittima senza lasciarle scampo. "Non l’ha neppure sentito", hanno raccontato i testimoni ai carabinieri di Pioltello. Il macchinista non si è accorto di nulla e ha proseguito la corsa fino a destinazione, sarà sentito per completare le indagini. Il perimetro nel quale si muove l’inchiesta rimane quello dell’incidente, ma c’è un’altra ipotesi che potrebbe aver innescato il dramma: un inciampo, al buio, sui sassi della massicciata finito in una caduta nel raggio di azione delle carrozze.

Il terzetto non si era accorto del convoglio, non si esclude che la ragione per le quale i ragazzi si trovavano in un’area vietata fosse il desiderio di raggiungere il fiume, a fianco del ponte sull’Adda, distante poche centinaia di metri lungo la ferrovia. Poco più avanti, infatti, un sentiero porta a un’ansa, luogo abituale di ritrovo di tante compagnie. L’ipotesi è al vaglio. Intanto, l’amico e il fratello hanno ricostruito le ultime ore di vita del giovane prima dell’impatto, ma sono sotto choc. I gemelli secondo quando appreso sin qui non avevano certo avuto una vita facile, nel loro passato da minorenni ci sarebbe stato anche un periodo in casa famiglia. I due non hanno una residenza, ma solo un domicilio a Melzo, perché lì avrebbero ricevuto aiuto. Le verifiche sono ancora in corso. Quel che è certo è che la collisione con il locomotore ha spezzato nel peggiore dei modi una giovane vita. Il corpo a terra di Ahmed resterà impresso per sempre nella mente degli amici che non riescono a darsi pace: qualche ora di svago è finita nel sangue. Una leggerezza costata la vita.

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