Milano, il piano per il caseggiato di via Bolla: salvare solo le mura esterne

La soluzione allo studio di Regione e Aler: meno appartamenti ma più grandi e vivibili nel palazzo che ne conta 156

Gli stabili popolari di via Bolla

Gli stabili popolari di via Bolla

Milano - Adesso per la riqualificazione delle case popolari di via Bolla c’è un’ipotesi di intervento decisamente più plausibile e percorribile di quelle che si sono succedute negli ultimi anni. Regione Lombardia e Aler Milano sono orientate a perseguire una soluzione capace di conciliare la necessità di un intervento radicale e strutturale che vada a migliorare la vivibilità e la qualità degli alloggi con la necessità di mantenere la spesa entro soglie accettabili. Demolizione e rigenerazione, allora, viaggeranno insieme con l’obiettivo di creare una volta per tutte le condizioni capaci di ridurre i problemi che da tempo interessano questi caseggiati.

Nel dettaglio, sono previste due modalità d’intervento diverse per lo lo stabile più grande, quello che unisce i civici 38, 40 e 42, e per quello che gli è immediatamente a ridosso, di dimensioni più contenute. Il primo è quello dal quale origina attualmente la maggior parte dei problemi. E in questo caso l’ipotesi che Regione e Aler Milano sono intenzionate a seguire è quella di lasciare in piedi solo i muri perimetrali del caseggiato e demolirne l’interno con lo scopo di poter ripensare completamente gli alloggi nel momento della loro ricostruzione. La riqualificazione interna dovrà aumentare la metratura degli appartamenti e, con essa, la loro vivibilità.

Oggi in quello stabile gli alloggi sono tanti (156 per l’esattezza) ma piccoli (bilocali di ridotte dimensioni). E questo non contruibisce in alcun modo alla causa della qualità della vita, penalizzata sotto più aspetti, da quelli più semplici (poca luce nelle case, bagni ciechi) a quelli più complicati (il sovraffollamento). Lasciare in piedi solo le mura esterna e rifare completamente l’interno significa, allora, ridurre i costi che ogni demolizione porta con sé (basti pensare soltanto allo smaltimento delle macerie) e ridurre il numero complessivo degli alloggi a vantaggio della qualità degli stessi e a svantaggio dell’affollamento. In particolare, secondo l’ipotesi sul tavolo di Regione e Aler Milano, il numero degli appartamenti si ridurrà del 25-30% e parallelamente, come detto, aumenteranno le metrature. Questo intervento implicherà l’adozione di un piano di ricollocamento delle famiglie che oggi vivono nello stabile: 100 quelle che hanno occupato abusivamente un alloggio.

Quanto al secondo stabile coinvolto nei piani di intervento della Regione e di Aler Milano, quello più piccolo – con i suoi 88 alloggi – e decisamente meno problematico, si punterà forte sull’utilizzo del bonus 110% per una rigenerazione ampia e innovativa senza che siano previste demolizioni e ricostruzioni. Via Bolla non è l’unico quartiere popolare milanese ad aver bisogno di un ripensamento e di una risistemazione. Ma può presto diventare il secondo quartiere con un piano di intervento definito. Il primo, per chi non lo ricordasse, è quello di San Siro, per il quale è già stato sottoscritto un protocollo per il rilancio tra la Regione Lombardia, l’Aler milanese, la Prefettura e il Comune di Milano. Le prime azioni previste dal documento firmato in corso Monforte sono partite proprio in queste settimane. Altrettante valutazioni sono in corso per i caseggiati di via Gola, un altro complesso popolare che da anni necessita di essere risanato.

"Per via Bolla – dichiara Alessandro Mattinzoli, assessore regionale alla Casa e all’Housing sociale – stiamo studiando una modalità di intervento che consenta di migliorare la qualità dell’abitare in quei caseggiati, che è il presupposto per poter poi risolvere tutti gli altri problemi. In questo senso l’ipotesi sulla quale stiamo lavorando, quella di demolire e ricostruire l’interno della palazzina più grande, lasciando invece intatte le mura esterne, consente di tenere insieme più esigenze e più priorità, a partire proprio da quella qualità dell’abitare che passa inevitabilmente dal miglioramento delle condizioni degli alloggi. Ma Regione e Aler stanno andando avanti anche su San Siro e gli altri quartieri".

mail giambattista.anastasio@ilgiorno.net

 

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