
Case degradate in via Lorenteggio 181
Milano, 23 giugno 2016 - Giù in fondo alla via Lorenteggio, solo qualche isolato prima del quartier generale di Vodafone Village, inaugurato in pompa magna qualche anno fa, e sembra già politicamente un secolo, dall’ex premier Mario Monti, c’è un grappolo di case Aler che sono l’emblema del degrado assoluto. Saranno abbattute. Così è stato deciso. E gli inquilini saranno trasferiti in altri appartamenti, nelle vie vicine. Siamo al civico 181, dove via Lorenteggio incrocia via Segneri. E comprende tre palazzine. Tutte da buttare giù a colpi di ruspa. I traslochi verranno organizzati tra giugno e agosto 2017, ma di mobilità si inizierà a parlare già a settembre. Aler ha appena terminato una «mappatura» dei bisogni e delle esigenze degli inquilini, quasi in maggioranza pensionati ultraottantenni e famiglie di occupanti abusivi con minori, casi che si stanno valutando con attenzione con i servizi sociali del Comune.
Loro, gli abitanti, ancora non sanno perfettamente quale sarà il loro destino: vivono una quotidianità difficile, fra case che cadono a pezzi, spacciatori e abusivi, ma con grande dignità. Non per tutti sarà previsto il rientro nelle stesse case, ricostruite. Quasi ci spera, Salvatore Vinci, "così io e mio figlio - dice - ci avviciniamo a Turro, che è sempre stata la mia zona. Qui ci sto da 6 anni ma nemmeno tanto bene". Le ruspe si abbatteranno sulla palazzina all’angolo, già murata, e sulle altre due adiacenti, dove ancora abitano "una cinquantina di famiglie, oltre ai sette nuclei di occupanti abusivi", raccontano dalla direzione dell’Aler. Cinquanta case sono state già “liberate”. Se tutto va bene, e rientrerà nei costi, toccherà poi ad un quarto, l’edificio di testa di via Segneri 3, attualmente ancora abitato e ad un quinto, in via Giambellino 150, sul fronte di piazza Tirana.
Viaggio nel degrado, in una Milano che aspira ad essere annoverata fra le città più importanti e moderne del mondo, come rivendica per il futuro il sindaco Beppe Sala, ma che qui mostra i mille volti di incuria e illegalità. E pensare che siamo solo a sei chilometri da piazza Duomo. Sembra di vivere in un altro pianeta. Il cantiere per la M4 ha peggiorato le cose, squarciato questa arteria stradale, fino a qualche mese fa trafficatissima, e isolato ancora di questo pezzo di periferia «storica» milanese, stretta fra il Giambellino e Lorenteggio. Ma adesso tra fondi europei e pubblici parte un piano di riqualificazione del Lorenteggio, avviato da Regione, Comune e Aler Milano, del valore di 80 milioni di euro.
Occasione da non sprecare, sottolinea il consigliere regionale Fabio Altitonante (Forza Italia) che fa da cicerone alla cronista insieme ad una professionista di Aler. Arnaldo Biancardi vive da 73 anni al civico 181, ha saputo del trasferimento forzato, "anche se nessuno ci ha ancora spiegato bene dove dovremmo andare" e appare preoccupato e sollevato al contempo . "Qui la situazione è insostenibile", dice, alludendo ai tanti abusivi che non pagano l’affitto. Io l’ho saltato solo questo mese, mi sono rifatto i denti e non potevo sostenere altre spese". Ines Antoniazzi è invece preoccupata: "Un trasloco a 80 anni? Mi viene l’angoscia solo a pensarci... magari cambiano idea. E poi le case in via Segneri sono ancora più piccole di queste!". Francesca Capodivento apre le porte di casa sua. "Venga a vedere, ho speso tanti soldi per ristrutturare e chi me li restituisce?".
"Aiutateci a migliorare questa zona – insiste il consigliere Altitonante – vogliamo che il Lorenteggio ritorni ad essere uno dei cuori pulsanti di Milano, come 60 anni fa. Finora il quartiere non è mai stato interessato da programmi di recupero urbano significativi. Non dobbiamo aver paura di demolire gli edifici, al posto di un difficile recupero degli stessi. In questo modo sarà possibile ricostruire nuovi edifici efficienti, a zero impatto ambientale, a ridotto consumo energetico, più funzionali e con costi di gestione più bassi". Serve, però, la collaborazione del Comune. "Il sindaco Beppe Sala colga quasta importante occasione per collaborare con Regione Lombardia".