Case, l’accordo tra Trivulzio e Invimit. I Comitati inquilini: vogliamo garanzie

I sindacati denunciano la cessione delle proprietà al fondo e il rischio sfratto per chi ci vive: doppio presidio "Il nostro timore è che sia solo il primo passo per una vendita e l’ennesima speculazione immobiliare".

Case, l’accordo tra Trivulzio e Invimit. I Comitati inquilini: vogliamo garanzie

Case, l’accordo tra Trivulzio e Invimit. I Comitati inquilini: vogliamo garanzie

Temono un rialzo immediato dei canoni, una raffica di sfratti e poi un futuro di vendite. I sindacati dei residenti Sicet, Sunia, Unione Inquilini, assieme al coordinamento dei Comitati Inquilini Pio Albergo Trivulzio, annunciano un doppio presidio – il 12 e 13 giugno - contro il conferimento del patrimonio immobiliare della “Baggina“ a un fondo gestito da Invimit. La firma dell’operazione è attesa per questo mese. Attraverso la valorizzazione immobiliare si cerca di risolvere le difficoltà economiche del Pat che ha un indebitamento “monstre“ di 139 milioni di euro, secondo i numeri (si riferiscono al 2023) diffusi nell’ultima commissione regionale. Per risanare i conti in rosso dell’ente che fu già l’epicentro di Tangentopoli, la Regione ha coinvolto l’ex prefetto Francesco Paolo Tronca, nel ruolo di commissario straordinario. Il patrimonio include circa "800 alloggi, un polmone di affitti, in parte a canoni concordati, fondamentale per Milano e provincia" secondo la nota congiunta dei sindacati. "Non è una cessione della gestione, come il commissario straordinario avvocato Tronca continua a dire, ma di una vera e propria cessione della proprietà di questi appartamenti a Invimit, con il rischio di aumenti degli affitti, sfratti o future alienazioni. La situazione economica disastrosa del Pat, che non sottovalutiamo, non è una responsabilità dei suoi inquilini, molti dei quali pensionati che vivono in questi appartamenti da decenni, con redditi limitati".

Il 9 maggio c’è già stato un incontro fra le parti coinvolte, ma non avrebbe portato a nulla. Da qui la decisione di un doppio presidio (il 12 giugno alle 16 di fronte a Palazzo Lombardia e il giorno dopo una protesta più specifica, sempre alle 16, di fronte a Palazzo Marino) per chiedere "la sospensione di questa operazione e di tutti gli atti amministrativi", oltre all’apertura di un tavolo di confronto. E poi lo stop a "tutte le lettere di risoluzione dei contratti".

"Ad alcuni inquilini sono già arrivate senza possibilità di rinnovo" rimarca un’inquilina 58enne del coordinamento che abita di via Poma da 11 anni. "Si è scritto che paghiamo canoni ridicoli ma io spendo 1.100 euro al mese d’affitto per un trilocale in cui vivo con mio marito e mia figlia, pagando anche tutte le spese straordinarie. Se il Pat ha bisogno di liquidità, metta in affitto i tanti appartamenti che ha lasciato vuoti in questi anni: solo nella mia via ce ne sono nove, uno scandalo. Il nostro timore è che la cessione ad Invimit sia solo il primo passo per la vendita di tutto il patrimonio e l’ennesima speculazione immobiliare".

Annamaria Lazzari