
di Andrea Gianni
Va all’asta il “tesoro“ di Fondazione Enpam, la cassa previdenziale di medici e odontoiatri che dismette un patrimonio immobiliare concentrato per il 70% fra Milano e hinterland. E i sindacati degli inquilini chiedono garanzie per le famiglie residenti negli appartamenti, lanciando un appello al Comune e al sindaco Sala per un intervento a favore di milanesi, per lo più ultrasessantacinquenni, che in diversi casi vivono situazioni di disagio e difficoltà economiche. Le tensioni, dopo ripetute richieste di incontro mai andate a buon fine, sfociano oggi in un presidio davanti alla sede milanese di Enpam, in via Viviani. Il progetto di vendita immobiliare Project dream porterà alla vendita al miglior offerente di 31 asset direzionali (per una superficie lorda complessiva di 520mila mq); 10 hotel sparsi tra Roma, Milano, Abano e Montegrotto, cinque proprietà retail (30mila mq), una caserma nella capitale, un polo logistico di 90mila mq nell’hinterland milanese e 17 immobili a destinazione residenziale. Il valore complessivo è di circa un miliardo di euro. "Brancoliamo nel buio e siamo fortemente preoccupati – spiegano i sindacati degli inquilini Sunia, Sicet e Unione Inquilini – l’asta se l’aggiudica il miglior offerente, per cui il destino degli stabili è legato a quello degli inquilini. Per quanto riguarda gli immobili a destinazione residenziale, sono 1.566 gli alloggi tra Milano, Basiglio e Vimodrone, interessati agli accordi che i sindacati inquilini hanno stretto con Enpam negli anni, a tutela delle famiglie –. 914 solo a Milano-. E ad oggi sono 739 le famiglie degli alloggi a Milano e hinterland, che hanno contratti scaduti o in scadenza da rinnovare".
Famiglie ora garantite da accordi sulla sostenibilità degli affitti che potrebbero essere messi in discussione. Per questo i sindacati chiedono "il rispetto degli accordi sui rinnovi contrattuali" e in ogni caso garanzie certe per l’inquilino nel caso di vendita". I timori sono legati anche al fatto che la dismissione dovrebbe avvenire in blocco. "Un’operazione speculativa immobiliare che provocherà un ulteriore aggravamento della crisi abitativa a Milano – proseguono i sindacati – resa ancor più difficile e insostenibile dalla emergenza sanitaria ed economica in corso. Sappiamo che tutta la questione è stata portata all’attenzione del Governo e della Regione Lombardia; che i Comuni di Basiglio e Vimodrone, appresa la notizia di dismissione, si sono attivati con la Fondazione Enpam per richiedere tutti gli approfondimenti. Ora, chiediamo che anche il Comune di Milano si faccia parte attiva e intervenga".