Milano case Aler via Bolla, forze dell'ordine in presidio

Il trasloco degli inquilini è quasi completato. Da anni si attende il recupero dell’edificio tra i civici 38 e 42 che sarà demolito internamente e ricostruito

Carabinieri che domenica controllavano la zona a ridosso delle case Aler di via Bolla

Carabinieri che domenica controllavano la zona a ridosso delle case Aler di via Bolla

La carcassa dell’auto incendiata sabato sera resta immobile alle spalle del civico 30. Come a ricordare che le tensioni non sono ancora stemperate. E "menomale che ora abbiamo il presidio delle forze dell’ordine. Ci auguriamo resti finché non partiranno le opere di abbattimento e riqualificazione", sottolineano alcune famiglie che da decenni abitano nei palazzi Aler di via Bolla, il “buco nero“ del Gallaratese teatro di una maxi rissa che ha coinvolto una sessantina di persone venerdì sera, ennesimo segnale della difficile convivenza tra italiani e rom (ma non solo). Il monitoraggio continuo del quartiere a cura di forze dell’ordine e polizia locale, disposto dal prefetto, "è efficace. Sono uscito questa mattina all’alba, per lavoro, e ho visto in diretta il controllo di un’auto", testimonia un residente. Una manna per chi da tempo punta il dito contro abusivismo e illegalità.

Non solo occupazioni. Negli anni i cittadini hanno dovuto fare i conti con incendi nei locali contatori, dovuti agli allacciamenti fai-da-te alla corrente, con “vampiri“ che succhiavano energia facendo lievitare le bollette altrui, con discariche che si rigenerano ogni giorno in cortile e negli altri spazi comuni. "Io ho dovuto affittare un box per parcheggiare la macchina, perché quelli tra i civici 38 e 40 sono inutilizzabili: invasi da abusivi, alcuni trasformati in rifugi", continua un residente. Pochissimi, i regolari rimasti nell’edificio dei civici 38, 40 e 42, la stecca più problematica: meno di 10 famiglie su 156 alloggi occupati all’80 per cento. L’operazione di trasferimento in altri appartamenti è quasi completata (“io mi sono spostato al civico 36 una decina di giorni fa. Anche se dista pochi metri dalla mia vecchia palazzina, è un altro mondo“, evidenzia uno degli ultimi abitanti che si sono spostati). Settantuno, finora, le famiglie assegnatarie che hanno trovato sistemazione alternativa.

Poi arriverà la parte più complicata: procedere alla liberazione totale dell’edificio. Come annunciato ieri, ci sarà una valutazione dei singoli casi di abusivismo: screening patrimoniale, con approfondimenti della Guardia di Finanza, e tutela delle fragilità, con i Servizi sociali del Comune. Poi, via libera al "piano di risanamento e riqualificazione, con urgenti interventi già finanziati", illustrato dal Giorno lo scorso 10 marzo. Per il blocco 38-42, l’ipotesi è conservare i muri perimetrali e demolire l’interno, per poi ricostruirlo modificando metratura e caratteristiche dei singoli appartamenti. Per le 88 abitazioni racchiuse tra i civici 26 e 36 si punterà invece sull’utilizzo del bonus del 110% per la rigenerazione. Poi la svolta sarà compiuta.

 

 

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