
Casa, serve più coraggio "Tagliare unghie al mercato"
"Se Milano non agisce di petto, assumendosi un ruolo guida con politiche concertate fra i sindaci, rischia di diventare un’isola per soli ricchi". Alessandro Maggioni, presidente di Consorzio Cooperative Lavoratori (Ccl) e Confcooperative Habitat, legge gli ultimi dati sui prezzi della casa sotto la lente d’ingrandimento di una realtà che a Milano e in Lombardia gestisce progetti di sviluppo immobiliare anche con formule a canone agevolato e sociale.
L’ultimo rapporto Fimaa certifica la fuga dal capoluogo e l’aumento dei prezzi della casa anche nell’hinterland. Come valuta questi dati?
"Le persone escono da Milano non per scelta ma per obbligo, e questo riguarda anche chi ha un reddito medio. Questo si traduce in un impoverimento sociale per Milano, perché ad esempio se un giovane medico va ad abitare a 20-30 chilometri di distanza dalla città prima o poi troverà un lavoro in un ospedale più vicino a casa. E, per Milano, è una professionalità persa. Questa città rischia di non essere più attrattiva per i giovani. Per questo il Comune deve agire in fretta e avere più coraggio, altrimenti si lascia tutto nelle mani del mercato".
Come potrebbe intervenire?
"Nell’hinterland ci sono aree dismesse che potrebbero essere bacini di sviluppo per l’edilizia convenzionata, con progetti condivisi. Milano dovrebbe avere il coraggio di assumersi un ruolo guida, guardando anche oltre i confini della Città metropolitana. Ad esempio a Saronno, in provincia di Varese, c’è il progetto sull’ex area Isotta Fraschini. Se fossi l’assessore, aprirei un dialogo con il Comune di Saronno. La politica deve avere il coraggio di tagliare le unghie al mercato. Noi abbiamo avanzato agli assessori Tancredi e Maran le nostre proposte, alla luce del processo di modifiche al Pgt, per un rilancio dell’edilizia residenziale sociale in grado di sostenere il ceto medio".
Il Comune punta sul social housing, ma stanno emergendo criticità su diversi progetti.
"Il problema è quando i numeri non tornano. È un modello che va gestito con attenzione in tutte le sue fasi, considerando che i fondi rispondono agli investitori e devono garantire un rendimento".
L’anno scorso lanciavate l’allarme sui costi di costruzione. La situazione è cambiata?
"I costi di costruzione a Milano sono ormai fuori da ogni logica. Su una superficie commerciale hanno raggiunto quota 2400 euro al metro quadro. L’anno scorso sembrava già alto il valore di 1700 euromq. Questo meccanismo, unito ai bassi redditi e stipendi, finisce sempre per colpire le famiglie".
Andrea Gianni