Milano, trova la casa occupata e dorme sul pianerottolo

Via Segneri, un abusivo invade l’alloggio di un inquilino di 74 anni. Il giorno dopo la chiamata alla polizia e l’arresto

Michele Colasuonno 74 anni racconta la sua disavventura

Michele Colasuonno 74 anni racconta la sua disavventura

Milano, 29 luglio 2018 - La serratura rotta, il legno graffiato. Nome e cognome sono scritti a penna in stampatello con grafia incerta su una targhetta bianca. A indicare la porta giusta sono alcuni abitanti seduti sulle panchine del cortile. «Andate al terzo piano. Qui lo conosciamo tutti, Michele. Ma difficilmente apre la porta. Poverino, ha passato una notte fuori perché ha trovato la casa occupata». Settantaquattro anni, fisico minuto, capelli e barba bianca, vive in una palazzina del caseggiato di via Segneri 10, condominio misto in zona Giambellino dove il 90 per cento degli alloggi è di proprietà Aler mentre il resto è privato. «Abbiamo le stesse criticità dei palazzoni popolari con cui confiniamo ma non potremo beneficiare del grande piano di riqualificazione del Giambellino, non essendo Erp al cento per cento», sottolineano i residenti. «Un paradosso». Sulla lista dei problemi: bivacchi nelle cantine, spaccio, atti vandalici e occupazioni abusive, il tasto dolente toccato ancora una volta l’altro ieri. Il signor Michele Colasuonno, inquilino Aler, lo ha provato sulla sua pelle. Citofoniamo a casa sua. Non risponde nessuno. Sul pianerottolo si affacciano tre alloggi; dalla porta di fronte fa capolino una ragazzina. «Non sappiamo se sia in casa. Lo vediamo uscire tutti i pomeriggi, con il suo carrellino, ma oggi non ancora».

Si sentono passi, il rumore dell’acqua che scorre da un rubinetto. Qualcuno armeggia da dietro la porta, poi la apre con timore. «Scusate, faccio fatica ad aprire e chiudere. Mi hanno rotto la serratura». È Michele. Canottiera bianca, pantaloncini e infradito. Un uomo fragile, forse invalido, che fatica anche ad esprimersi. Dall’ingresso si nota la sua casa modesta. Pochi mobili, oggetti a terra. «È qui da circa 8 anni – spiega una vicina –, prima Michele abitava nel dormitorio comunale di viale Ortles». Resta spiazzato, non aspettava visite. Ma non si fa problemi a raccontare la sua disavventura: «Giovedì sera sono rimasto fuori di casa. Rientrando ho trovato la serratura rotta e la porta bloccata. Non sapevo cosa fare, sono andato a bussare alle porte dei vicini ma nessuno mi ha aperto. Allora ho passato la notte fuori, sul pianerottolo e in cortile». Lo dice con gli occhi lucidi. Invita ad alzare la voce, a comunicare scrivendo «perché sono un po’ sordo. Vivo con la pensione minima – continua – e tutti i giorni vado in centro città da via Segneri a chiedere l’elemosina. Sono solo». La nottata che ha trascorso sul pianerottolo, col cuore in gola, gli ha lasciato l’amaro in bocca. «È stato bruttissimo, sono stato fuori fino alle 6 del mattino. Poi dei vicini si sono accorti di me». E il custode ha lanciato l’allarme. «Sono arrivati i pompieri per entrare in casa e la polizia per mandare via l’abusivo. Dentro casa mia c’era un ragazzo straniero che non avevo mai visto prima».

«Michele ci fa tenerezza», commenta un’inquilina. «È una persona fragile, che ha bisogno di aiuto. E non è l’unico in questo caseggiato». Indica un alloggio della scala A dove circa tre settimane fa il proprietario è stato trovato morto. «Morte naturale. Ma c’è voluto un mese prima che ci si accorgesse di lui, dall’odore nauseante. Ex custode del caseggiato, aveva riscattato l’appartamento ex Aler da qualche mese. Non parlava mai con nessuno, di conseguenza c’è voluto tempo per notare la sua assenza. Ora l’alloggio è lastrato in attesa di rintracciare gli eredi. Speriamo non diventi meta di una nuova intrusione».

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