Mobilitazione per Anita: una carrozzina nuova in tempi record

La precedente le era stata restituita rotta dopo un volo aereo in stiva. La gioia della 42enne: le persone fanno la differenza. Ma Ryanair tace

L’articolo nel quale si riportava quanto accaduto ad Anita Pallara

L’articolo nel quale si riportava quanto accaduto ad Anita Pallara

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Milano - Nel giro di un mese ha avuto una nuova carrozzina. Personalizzata secondo le sue necessità. In tutto e per tutto uguale alla precedente. Merito di una filiera che si è messa immediatamente in moto per accorciarne i tempi di realizzazione e di consegna. E lei, Anita Pallara, ha voluto ringraziare tutti attraverso i suoi canali social. "Le persone fanno la differenza": così ha titolato i suoi post. La vicenda che la riguarda è stata riportata su queste pagine il 20 luglio scorso. Ora è arrivata a una prima, positiva, svolta: carrozzina nuova e ottenuta in tempi brevi grazie all’attivarsi di più realtà, come detto. Ma non è ancora finita: all’appello manca Ryanair. Nessuna risposta, in questo caso. Tutto ancora tace. 

Anita, 42 anni, social media manager, costretta a muoversi su una sedia a rotelle a causa dell’atrofia muscolare spinale, vicepresidente dell’associazione milanese “Famiglie SMA“, ha dovuto abbandonare la sua vecchia carrozzina dopo un volo aereo con la già citata compagnia low cost. Per l’esattezza un volo che l’ha portata da Bari a Cagliari. Durante quel volo la sua carrozzina è stata messa nella stiva dell’aereo come fosse un bagaglio qualunque. Una scelta dovuta ad un vero e proprio vuoto normativo: le norme del trasporto aereo, infatti, parificano le sedie a rotelle ad un normale bagaglio, ad una valigia, sebbene per Anita, come per altre persone con atrofia muscolare spinale, la carrozzina sia un’estensione del proprio corpo, sebbene valga né più né meno come un braccio o una gamba, sebbene sia l’unica garanzia di potersi muovere in autonomia.

In questo caso si trattava di una carrozzina particolarmente personalizzata: a trazione elettrica, direzionabile attraverso un joystick, pensata sulla base della postura che Anita deve tenere per non avvertire dolore e sulla base del suo peso e della sua altezza. Accortezze indispensabili quando si tratta di carrozzine che devono garantire autonomia a persone con atrofia muscolare spinale. "Senza la mia carrozzina io non posso muovermi – aveva spiegato Anita a Il Giorno – La carrozzina è la mia unica possibilità di autonomia. Se non posso assumere la postura corretta provo dolore, faccio fatica a mangiare e bere autonomamente. Distruggermi la carrozzina è stato come amputarmi".

Sì, perché quel 6 luglio, giorno in cui è atterrata a Cagliari, la sua carrozzina è uscita dalla stiva dell’aereo in condizioni pessime, senza che fosse più utilizzabile. "Il joystick non funzionava, la seduta non era quella giusta per la postura che devo tenere, i braccioli erano rotti e mancava una pedana": ha fatto sapere Anita. Il suo legale, Edno Gargano, ha immediatamente scritto a Ryanair per ottenere un risarcimento: "Secondo la Convenzione di Montreal il risarcimento massimo che può essere chiesto ad una compagnia aerea è di 1.300 euro in caso di smarrimento o danneggiamento del bagaglio. Mentre è di 100.000 euro in caso di danni alla persona. Cercheremo di fare giurisprudenza perché la carrozzina non può essere assimilata ad un bagaglio e di conseguenza il danno rappresentato dal suo danneggiamento deve essere risarcito come un danno alla persona". Ryanair dal 6 luglio ad oggi non ha risposto, ecco perché l’avvocato è ormai deciso "ad iniziare una causa legale". 

A rispondere sono state, invece, l’Agenzia di Tutela della Salute alla quale fa riferimento Anita e la Regione Puglia: l’una e l’altra, fa sapere Anita nei suoi post, hanno approvato "in tempi record, tra pratiche e iter, la replica della carrozzina distrutta". A rispondere sono state le Officine Ortopediche ITOP che hanno "fatto tutta la parte burocratica" e si sono dimostrate "una spanna sopra la professionalità". Quindi Pride Italia, il rivenditore della carrozzina: "Riuscire a replicare la mia carrozzina – scrive Anita – non era scontato per niente. Le ruote nuove sono una figata pazzesca!". Quindi il ringraziamento ai suoi genitori e al suo legale. E' questa la filiera che ha permesso ad Anita di riavere una carrozzina nuova nel giro di un mese. Qui stanno le persone che, assicura Anita, "fanno la differenza". In attesa di Ryanair.  

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