Carlo Fidanza, l'eurodeputato di Fratelli d'Italia indagato per corruzione

Perquisito a Brescia ex consigliere comunale: per l’accusa avrebbe ceduto la sua poltrona in cambio dell'assunzione del figlio

Carlo Fidanza, eurodeputato di Fratelli d’Italia e fedelissimo di Giorgia Meloni

Carlo Fidanza, eurodeputato di Fratelli d’Italia e fedelissimo di Giorgia Meloni

Milano, 29 giugno 2022 - Non solo l’inchiesta sulla Lobby Nera che lo vede indagato con altri per finanziamento illecito al partito e riciclaggio. Ora l’europarlamentare (autosospeso) di Fratelli d'Italia Carlo Fidanza è indagato dalla Procura di Milano, in concorso con l'ex consigliere comunale di Brescia, Giancarlo Acri, con l'ipotesi di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio perché quest'ultimo si sarebbe dimesso dalla sua carica per far posto a un altro esponente di FdI in cambio dell'assunzione del proprio figlio come assistente parlamentare di Fidanza. Nei confronti di Acri i finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Milano "stanno eseguendo perquisizioni locali e domiciliari e acquisizioni documentali" si legge nel comunicato firmato dal procuratore capo Marcello Viola. 

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L'inchiesta, ipotesi corruzione

L'inchiesta dei pm del pool anticorruzione Giovanni Polizzi e Cristiana Roveda, coordinati dall'aggiunto Maurizio Romanelli, nasce da un esposto anonimo consegnato anche a Brescia in cui si sollevano dubbi sulle motivazioni che hanno spinto Acri a dimettersi dal consiglio comunale bresciano dove era stato l'unico eletto di Fratelli d'Italia. Il passo indietro era arrivato nel giugno 2021 per asserite ragioni legate a improrogabili impegni lavorativi dovuti all'acquisizione di un incarico professionale in ambito internazionale. Al suo posto era subentrato Giangiacomo Calovini, gia' portavoce nazionale del movimento guidato da Giorgia Meloni e risultato il primo tra i non eletti nella lista di FdI alle comunali del 2018. Ed e' in questo avvicendamento che, secondo l'accusa, si sarebbe verificato l'episodio di corruzione.

In cambio delle dimissioni Acri avrebbe ricevuto l'assunzione del figlio come assistente dell'europarlamentare Fidanza, gia' indagato sempre a Milano per finanziamento illecito e riciclaggio nell'inchiesta 'Lobby nera'. Ad Acri quindi, ipotizzano le indagini, non sarebbe stato richiesto un passo indietro gratuito. Il gesto sarebbe stato “comprato” con l’assunzione del figlio, come assistente locale della segreteria politica dell’europarlamentare Fidanza, pur non avendo i requisiti - secondo l’accusa - e pagato con soldi pubblici.  Il contratto di assunzione, da quanto è trapelato, sarebbe stato redatto a Milano nello studio di un commercialista il 18 giugno del 2021. Nell’ipotesi dei pm, che oggi hanno ordinato alla Finanza la perquisizione di Acri, Fidanza sarebbe il corruttore, Acri il corrotto.

​La replica: "Sono sorpreso, qualcuno vuole colpirmi"

Dalla sede di Fratelli d'Italia in via della Scrofa, apprende l'Adnkronos, emergerebbe amarezza e sconcerto per quello che viene definita una forzatura giuridica da parte dei pm milanesi. In una nota Fidanza si dice ''sorpreso dell'indagine'', che ''pare riprendere i contenuti di un esposto anonimo depositato alla Procura di Brescia nell'ottobre 2021, pochi giorni dopo la trasmissione di un'inchiesta giornalistica di Fanpage". L'eurodeputato Fdi-Ecr assicura la sua estraneità ai fatti che gli sono imputati: ''Evidentemente, facendo politica, non si può essere simpatici a tutti e probabilmente qualcuno ha tentato di colpirmi in un momento di difficoltà, nascondendosi dietro l'anonimato. Tengo solo a dire - assicura Fidanza - che sono più che sereno, non ho commesso alcun atto illecito".

​La Russa: "Solidarietà, vicenda che ha del surreale"

 ''Innanzitutto voglio esprimere piena solidarietà nei confronti di Carlo Fidanza che già è stato colpito da un'accusa, che aspetta di trovare riscontro da parte della magistratura e confido che finirà con la sua assoluzione. Viene ora indagato per una vicenda che ha del surreale...''. Così Ignazio La Russa commenta con l'Adnkronos il caso dell'europarlamentare di Fdi-Ecr che si era autosospeso dopo l'inchiesta Lobby nera è oggi è risultato indagato dalla procura di Milano per corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio. ''Leggendo dalle agenzie di stampa sottolinea il vicepresidente del Senato e tra i fondatori di Fdi- si apprende che la sua colpa sarebbe quella di avere assunto il figlio di un amico, che ha deciso di dimettersi da consigliere comunale. Non si parla e non vi è notizia di pressioni di alcun genere di Fidanza, né vi sono notizie che fanno andare verso una decisione di dimettersi in qualche modo forzata". "Se questo fosse un reato - avverte La Russa - dovrebbero stare molto in campana e attenti i dirigenti, per esempio, del Pd, che vincono spesso concorsi pubblici - penso meritatamente- anche se qualche anonimo interessato potrebbe sospettare che siano condizionati. Se questo fosse reato - spiega - bisognerebbe controllare in tutti i Comuni d'Italia le ragioni di ogni eventuale dimissione da consigliere comunale e le successive sorti dello stesso e dei suoi familiari. Si parla di un esposto anonimo, questo - mette in guardia La Russa - basterebbe a qualificare la vicenda''.

L'inchiesta sulla 'lobby nera'

Le indagini sulla cosiddetta 'lobby nera' si concentrarono sul presunto finanziamento illecito ai partiti durante la campagna elettorale per le elezioni comunali di Milano. Nella video inchiesta Jonghi Lavarini faceva riferimento ad un sistema di 'lavatrici': titolari di partite Iva a cui girare il denaro in nero, che poi avrebbero a loro volta finanziato in maniera legale la campagna elettorale. L'obiettivo dell'inchiesta è verificare se questo sistema esisteva realmente o era soltanto una millanteria. 

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