ALESSANDRA ZANARDI
Cronaca

Caregiver familiare, serve una legge: "Vite in salita con i figli disabili"

A raccontare le difficoltà delle famiglie è il rozzanese Francesco Bordoni, padre di Riccardo, 16 anni

Caregiver familiare, serve una legge: "Vite in salita con i figli disabili"

Caregiver familiare, serve una legge: "Vite in salita con i figli disabili"

"Per i genitori con figli disabili la strada è in salita. Urge riconoscere e disciplinare la figura del caregiver familiare. Un passaggio che non si può più rimandare". Francesco Bordoni, 56 anni, rozzanese, è il papà di Riccardo, 16 anni. Il ragazzo ha un disturbo dello spettro autistico catalogato come "livello 3". Non parla e talvolta ha atteggiamenti aggressivi. Una diagnosi che è arrivata alla scuola materna e da allora ha visto papà Francesco, mamma Veronica e la sorellina di Ricky, Noemi, oggi 12enne, affrontare con grande dignità un percorso punteggiato di ostacoli. Attualmente Francesco, operaio in un’azienda alimentare di Melegnano, si occupa di suo figlio a tempo pieno: negli ultimi due anni ha usufruito di un periodo di congedo retribuito per stargli vicino, accompagnarlo a visite e terapie, portarlo ogni mattina al centro diurno di Pieve Emanuele. "Senza una presenza costante da parte mia, il carico per mia moglie e mia figlia sarebbe stato troppo gravoso - racconta -. Il 3 ottobre, però, scadrà il periodo di congedo; per quanto si tratti di una scelta drastica, sto pensando di lasciare il lavoro. Non potrei sopportare che, in mia assenza, Ricky possa farsi del male o far male alla mamma e alla sorellina". Francesco si sente come a un bivio. "Sarebbe più facile se la figura del caregiver familiare fosse normata e tutelata. Invece, in Italia manca ancora una legge in questo senso". La vita di una famiglia come quella di Riccardo scorre tra sostegni economici non sempre adeguati e difficoltà logistiche. "Al centro diurno lo accompagniamo noi, in auto. Avevamo fatto richiesta per un pulmino, tramite gli assistenti sociali, ma non se n’è saputo più nulla". I problemi non impediscono a Francesco di riversare sul figlio il suo amore sviscerato di padre, cercando con lui momenti di condivisione. C’è anche questo nei libri scritti dal 56enne, Lettere a mio figlio autistico e Lettere a Ricky. "Spero che un domani mia figlia gliele possa leggere. Il tema del “dopo di noi” è un altro nervo scoperto. Così come l’assistenza ai disabili adolescenti: in questa fascia di età, in particolare, mancano servizi di supporto. Anche per questo mi piacerebbe creare, nel Rozzanese, un’associazione di aiuto alle famiglie".