
Le indagini dei carabinieri hanno portato all'arresto di Michele Fico (archivio)
Vivere due vite in contemporanea è tanto stressante quanto, in questo caso, proficuo. Questo è sicuramente quello che ha pensato anche Michele Fico, carabiniere in servizio in provincia di Matera, quando ha deciso di diventare l'infiltrato all'interno delle forze dell'ordine per conto gruppi criminali. Il carabiniere aggiornava i malavitosi sulle indagini in corso e sulle mosse dei carabinieri per un compenso fisso di circa 1200€ al mese.
Oltre al "fisso", Fico riceveva dei bonus per informazioni su casi particolarmente riservati: per esempio, secondo le indagini degli inquirenti, avrebbe ricevuto 75mila euro per rivelare a un uomo già condannato per traffico di droga il contenuto di indagini coperte da segreto istruttorio mettendolo al riparo da possibili guai giudiziari. Questa l'accusa che l'ha portato all'arresto. La misura cautelare, disposta dal gip del Tribuinale di Potenza su richiesta dei magistrati della Dda, è stata eseguita oggi dalla polizia. Il militare è accusato di corruzione in atti giudiziari.
Secondo la ricostruzione dei magistrati potentini, Fico avrebbe speso gran parte dei 75mila euro ricevuti dall'uomo indagato in "attività speculative" e "nel settore delle scommesse online, in modo da ostacolare concretamente l'identificazione della provenienza delittuosa delle somme", si legge in una nota firmata dal procuratore distrettuale di Potenza Francesco Curcio. In particolare, riferisce il magistrato, il militare avrebbe rivelato all'uomo "notizie e informazioni apprese per ragioni di servizio che dovevano rimanere segrete" permettendogli così di "eludere in maniera continuativa e per un considerevole periodo di tempo le attività di indagine e i servizi di controlli effettuati sul suo conto da parte dei carabinieri".