SIMONA BALLATORE
Cronaca

Effetto cara-Milano, iscrizioni all’università in frenata dopo anni d’oro: calano i fuorisede

Primo campanello d’allarme, preoccupa il costo degli alloggi. E l’intelligenza artificiale insidia le lingue

Studenti in cerca di una stanza in affitto

Dopo anni di navigazione controcorrente - prima, durante e dopo la pandemia - con l’ecosistema universitario milanese che attirava sempre più matricole in un panorama nazionale molto più traballante, rallentano le immatricolazioni anche in città. I numeri sono ancora provvisori (le operazioni non sono ancora chiuse), ma a pari data la Statale di Milano passa dal +3% al -0,29%, Bicocca è al -0,24%, le matricole delle triennali al Politecnico sono l’1,5% in meno. Entrando nei dettagli, in Statale sono 16.160 le matricole, erano 16.207. Le triennali salgono del 2%, le magistrali scendono del 9% (le immatricolazioni chiuderanno a metà gennaio). In questo quadro aumentano le studentesse (l’1,4%), spicca la riapertura del corso di Mediazione linguistica, che era rimasto sospeso un anno e che torna ad attrarre; continuano a crescere Agraria e Scienze dell’alimentazione mentre hanno un contraccolpo Biotecnologie e gli studi umanistici (tiene Filosofia, zoppica Lettere). I grandi assenti sono i fuorisede: ad oggi il 14% in meno. Un segnale nella città che ha visto montare la prima tenda contro il caro-affitti.

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Al Politecnico crescono Architettura e Design, rallenta Ingegneria, che passa da 5.958 matricole nei corsi triennali di un anno fa alle 5.816 odierne. "I nostri corsi sono a numero programmato – spiega Stefano Ronchi, vicerettore alla Didattica –. Nel medio periodo una fluttuazione non è drammatica. Ma questo punto percentuale in meno deriva dal dato dei fuorisede. Sono scesi del 3%, in particolare dal centro e dal sud. Indubbiamente c’è il tema del caro-affitti, ma anche il clamore di questi mesi potrebbe avere disincentivato e intimorito gli studenti, prima ancora di cominciare a cercare casa. Sono stati i ragazzi ad alzare la palla sul tema, e ci sta". Da parte loro le università investono sulle residenze, ma i posti-letto non bastano mai. Tra i dati si fa largo ingegneria civile che attrae già nel triennio anche dall’estero. "E in un paese da ricostruire da zero ci sarà bisogno come il pane di ingegneri civili", sottolinea Ronchi, che anticipa un altro tema: "Il calo demografico che comincia a farsi sentire e che colpirà più forte tra 4 anni".

L’università di Milano-Bicocca conta al momento 11.165 matricole, erano 11.217 un autunno fa. Tengono le triennali, in leggero calo le magistrali, mentre i corsi di laurea scientifici attirano sempre più studentesse. La nuova triennale in Economia dei dati, analisi e management è andata subito sold-out. Fa più fatica Giurisprudenza.

Tra gli atenei privati, registra un segno più Cattolica: sono 6.283 le matricole per le triennali, erano 200 in meno un anno fa. Salgono Economia, Scienze bancarie e Scienze della Formazione, scendono Giurisprudenza e Lingue straniere. Comprendendo le specialistiche, sono 9.561 gli immatricolati. In Bocconi i posti a disposizione ogni anno sono sempre 2.700. Le domande sono stabili, 12.000, in linea con l’anno precedente. Ad aumentare è la fetta di internazionali: il 50% degli aspiranti studenti.

Anche in Iulm c’è stata una flessione delle immatricolazioni, sono 140 in meno: piene già dal mese di maggio e con liste d’attesa Comunicazione d’impresa e Relazioni pubbliche, Media e pubblicità; in caduta libera lingue, traduzione e interpretariato. "È uno degli ambiti più insidiati dall’intelligenza artificiale e le famiglie si interrogano sul futuro di questo mestiere", sottolinea il rettore Gianni Canova, che già lo scorso anno, nonostante l’exploit di Milano, non aveva nascosto la preoccupazione per un sistema che - anche per il caro-vita - rischiava di implodere e di allontanare gli studenti.

"Su questo tema dovremmo riuscire a intervenire in tempi stretti, si sta lavorando – conclude – ma non credo che sia l’elemento decisivo. Ci sono anche altri fattori che pesano, come la crescita delle università telematiche, un modello di formazione che punta alla semplificazione e non prepara ad affrontare la complessità. Vista la qualità del sistema milanese, soffriremo meno di altri, ma la vera battaglia da fare è una, nel Paese con pochi laureati e il più alto numero di Neet: spiegare alle famiglie che l’università è necessaria, indipendentemente dal lavoro che si andrà a fare. Non è un optional".