
La protesta degli studenti alla Statale per il diritto all'alloggio
Milano – Lievitano le domande di borse di studio alla Statale di Milano: sono già 10.399, il 43% in più di un anno fa (il bando è aperto, se ne potrebbero aggiungere ancora); 5.096 arrivano dalle matricole. E aumentano pure le richieste di posti letto: 2.768 nuovi studenti ne avrebbero diritto, ma i posti liberi sono solo 322 dei 1.193 che garantisce oggi l’ateneo in nove residenze. Se ne aggiungeranno 494 dopo le ristrutturazioni in corso, 1.100 arriveranno a Mind nel 2026. Non basteranno ancora.
In via Festa del Perdono è il giorno dedicato al “diritto allo studio“: tra le mura della sala di rappresentanza c’è un summit tra esperti, rappresentanti delle istituzioni e studenti per fare il punto e suonare la campanella d’allarme. Fuori, sin dal mattino, diversi gruppi studenteschi danno voce alla protesta: dalla “striscionata“ dell’Unione degli Universitari a Cambiare Rotta (che non smonta le tende in via Festa del Perdono), fino a Link-Studenti Indipendenti. Torna l’incubo degli "idonei non beneficiari". Ai quali l’anno scorso quasi tutti gli atenei milanesi sono riusciti a dare risposta, con fondi propri, anche se un 2% in Lombardia era rimasto scoperto. La sfida ora si fa più ardua. "Per riuscire a coprire tutte le domande prevediamo servano 8 milioni di euro per il 2023/24, così da non lasciare escluso nessuno come abbiamo fatto l’anno scorso, coprendo il 100% degli idonei": fa una prima stima la prorettrice con delega ai Servizi per gli studenti Marina Brambilla, che è anche presidente dell’Osservatorio per il diritto allo studio universitario-Crul.
L’anno scorso erano arrivate 7.273 domande. "L’aumento del fabbisogno è esponenziale – spiega Brambilla –: a parità di domande, sarebbe già cresciuto per l’incremento dell’entità delle borse e l’aggiornamento Istat. Ma con oltre tremila domande in più la situazione è drammatica. Noi atenei pubblici non facciamo utili, se dobbiamo coprire borse e residenze dovremmo togliere qualcos’altro. Tanto più che non sono misure una tantum: a chi garantisci la borsa va garantita anche continuità per proseguire gli studi". Oltre all’esonero dal contributo unico per gli studenti fino al primo anno fuori corso se hanno Isee fino a 22.000 euro e a un sistema di tassazione progressivo oltre tale soglia, in Statale è previsto uno sconto di 500 euro per elevato merito e - per l’anno accademico 2023/24 - 945 borse da 1.800 euro per chi supera la fascia di reddito massima prevista per le borse regionali. "Tutta l’università è consapevole da molti anni del problema del diritto allo studio, che è complesso – sottolinea il rettore Elio Franzini –. C’è il tema delle borse di studio e quello delle residenze, che riguarda anche studenti con redditi medi non sufficienti a coprire i costi dell’abitare in città. Gli studenti protestano e la loro voce è essenziale in giornate come questa, fanno capire cosa significhi davvero essere cittadini e giovani oggi, ricordandolo a chi una casa la ha. Sono in una sorta di bolla che non è facile fare scoppiare. Abbiamo un compito storico".
In questo quadro si incastona il tema alloggi: "Nonostante gli sforzi fatti dalla governance Franzini che è partita da 775 posti, arrivando a 1.100, non si riesce a coprire il fabbisogno – prosegue Brambilla –. Gli affitti brevi in città hanno “buttato fuori“ gli studenti dal mercato degli affitti privati. C’è chi è appena al di sopra dell’Isee per il diritto allo studio e si trova escluso dai bandi ma non riesce a permettersi di studiare a Milano. Si rischia di andare verso una popolazione studentesca polarizzata e di perdere la fascia media, che si rivolge ad atenei più piccoli e di provincia".
Sul fronte studentati, "col Piano di Governo del Territorio stiamo incentivando la realizzazione di strutture pubbliche e private convenzionate: nei prossimi 6 mesi circa 1.500 posti letto, fino ad arrivare a 4mila nei prossimi due anni, saranno disponibili in aggiunta agli attuali 12mila - ha spiegato l’assessore alla rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi –. Ora dobbiamo lavorare per ridurre le tariffe, consapevoli che gli extra costi delle costruzioni incidono molto sull’equilibrio di queste operazioni". "Se si rendono le città solo turistiche o ospitanti eventi fieristici, si fa sì che per i giovani non ci sia più spazio – conclude Elia Montani, presidente della Conferenza degli Studenti –. È necessario trovare un modello culturale che non rinunciando a queste peculiarità di Milano, non lasci indietro nessuno, tantomeno coloro la cui formazione è quanto di più prezioso una città possa ospitare".