
Bike sharing (Archivio Newpress)
Milano, 9 giugno 2017 - Si chiamano «Aree della mobilità» e diventeranno i punti di riferimento dei cittadini che vogliono spostarsi per Milano integrando l’uso dei mezzi pubblici tradizionali (tram, bus, filovie e metrò) e dei mezzi a noleggio (car sharing, bike sharing e bike sharing elettrico). Sì, perché in questi hub della mobilità sostenibile, collocati nei principali snodi della viabilità milanese, i cittadini troveranno tutti i mezzi sharing uno di fianco all’altro. La Giunta comunale realizzerà 32 aree della mobilità entro il 2018. Ecco le prime localizzazione fissate: via Larga, Romana, Bocconi, Darsena, Pagano, Sempione, Porta Venezia, Centrale, Sant’Agostino, Rogoredo, via dei Missaglia, Baggio, Comasina e Lambrate. L’obiettivo finale, invece, sono 55 hub della mobilità entro il 2021, cioè entro la fine del mandato della Giunta guidata dal sindaco Sala.
Il progetto delle aree della mobilità è contenuto in uno dei 74 emendamenti approvati in Consiglio comunale per modificare il Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums). Il Pums – un documento che affronta in modo sistematico due grandi nodi della mobilità a Milano, la congestione e l’inquinamento, per disegnare le politiche dei prossimi 10/15 anni – è stato adottato ieri pomeriggio dall’assemblea di Palazzo Marino con 28 voti favorevoli, sette contrari e un astenuto. Il capogruppo del Partito democratico Filippo Barberis illustra gli emendamenti presentati dal suo gruppo e approvati dall’aula.
Il primo è proprio quello sulle 55 aree della mobilità. Quali gli obiettivi degli altri emendamenti targati maggioranza? «Rafforzare e estendere la Low Emission Zone – continua Barberis –, promuovere l’integrazione metropolitana dei titoli di viaggio, realizzare il prolungamento di linee tranviarie e di metropolitana (Monza, Buccinasco-Corsico, Baggio, Milano-Libiate, Milano-Desio), estendere gli orari del bike sharing aprendo anche a nuove modalità di pagamento e al free flow (bici fuori stazione)». Ora il Pums adottato dal Consiglio comunale sarà pubblicato e cittadini, enti, imprese, associazioni avranno 60 giorni per esprimere osservazioni e integrazioni che verranno analizzate dai tecnici del Comune per la successiva e definitiva approvazione da parte dell’assemblea di Palazzo Marino.