Capotreno ferito col machete, l'aggressore: "Mi scuso, volevo solo spaventarlo"

Il gip di Milano ha disposto la misura cautelare in carcere per i tre ragazzi bloccati e ha convalidato gli arresti di Josè Emilio Rosa Martinez e di Jackson Jahir Lopez Trivino, mentre non ha convalidato il fermo di Alexis Ernesto Garcia Rojas. Quest'ultimo ha detto: "Non c'entro, avevo l'abbonamento" FOTO - Sangue in stazione a Villapizzone/ Rilievi della polizia scientifica/ Commozione dei colleghi Trenord

Uno degli aggressori del capotreno delle Ferriovie Nord a Villapizzone (NEWPRESS)

Uno degli aggressori del capotreno delle Ferriovie Nord a Villapizzone (NEWPRESS)

Milano, 14 giugno 2015 - Proseguono a ritmo serrato le indagini riguardo la brutale aggressione a un capotreno e al suo collega nella stazione di Milano Villapizzone, avvenuta giovedì sera. Dopo i due arresti di venerdì, il fermo di sabato, il gip di Milano Gennaro Mastrangelo ha disposto la misura cautelare in carcere per i tre ragazzi. Il gip, da quanto si è saputo, oltre a disporre la misura per i tre, ha convalidato gli arresti di Josè Emilio Rosa Martinez e di Jackson Jahir Lopez Trivino, mentre non ha convalidato il fermo di Alexis Ernesto Garcia Rojas. Anche lui però deve restare in carcere.

ESECUTORE: "MI SCUSO, VOLEVO SOLO SPAVENTARLO" - "Mi dispiace per lui, mi scuso, ero in stato confusionale per l'alcol e volevo soltanto spaventarlo". È quanto ha detto, nell'interrogatorio davanti al gip, Josè Emilio Rosa Martinez, il ragazzo che giovedì scorso ha quasi amputato un braccio al capotreno con un machete. Lo ha riferito l'avvocato Alessio Mantuano. Il ragazzo di 19 anni di El Salvador, che ha un figlio di 6 mesi, aveva già confessato davanti agli agenti della Squadra mobile di Milano di aver colpito con il machete al braccio il capotreno Carlo Di Napoli e aveva fornito agli investigatori, coordinati dal procuratore aggiunto Alberto Nobili e dal pm Lucia Minutella, anche elementi utili per arrivare agli arresti di altri due giovani della gang 'MS13'. Oggi, davanti al gip Gennaro Mastrangelo, Martinez ha confermato la versione già resa, "si è dimostrato collaborativo - ha chiarito l'avvocato Mantuano - e dispiaciuto per le conseguenze del suo gesto, di cui si è reso conto solo dopo perché quella sera era in stato confusionale per l'alcol ingerito e poi scosso per l'arresto". Anche la madre del ragazzo, ha spiegato il legale, "è dispiaciuta per quello che ha subito il capotreno e si è sentita un pò sollevata quando ha saputo che il braccio non era stato amputato". Il ragazzo davanti al gip avrebbe raccontato che quella sera alla fermata "è nato un parapiglia, una colluttazione tra il suo gruppo, e in particolare tra un suo amico, e il capotreno che aveva chiesto di esibire i biglietti". A quel punto Martinez si sarebbe messo a "smanacciare con il machete in mano per spaventare il controllore e permettere all'amico di scappare". Per il suo legale, però, Martinez non aveva "la volontà di uccidere" e per questo la difesa lavorerà sugli atti "affinché l'ipotesi contestata di tentato omicidio possa essere commutata in lesioni gravi o gravissime".

TERZO FERMATO: "NON C'ENTRO" - Alexis Ernesto Garcia Rojas, il terzo fermato per l'aggressione, nell'interrogatorio davanti al gip, ha detto:  "Io non c'entro niente con l'aggressione al capotreno, avevo l'abbonamento, c'è stato un litigio tra noi e lui ma io sono sceso e ho visto soltanto dopo che Martinez l'aveva colpito con il machete".  Simile, da quanto si è saputo, la versione del terzo arrestato, Jackson Jahir Lopez Trivino. 

 

MARONI: "GARANTIRE SICUREZZA AI LAVORATORI" -  "Non è possibile che un lavoratore, come il ferroviere aggredito a Milano, sia esposto a simili rischi". Lo ha ribadito il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, intervenuto in diretta alla trasmissione 'In 1/2h' su Raitre, confermando la sua richiesta di avere poliziotti e militari sui treni. "Quando sono Stato ministro - ha ricordato - avevamo fatto l'operazione strade sicure, con pattugliamenti misti forze dell'ordine/esercito. Io ho posto un problema e ho individuato una possibile risposta: aumentare la sicurezza del sistema ferroviario, non solo quello lombardo, facendo viaggiare uomini delle forze dell'ordine e militari negli orari e nelle tratte più a rischio.  Non compete a me prendere queste decisioni, ma penso sia una strada giusta da seguire per aumentare la sicurezza di tutti". 

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