
Prosegue l'inchiesta sulle aggressioni sessuali a Capodanno in piazza Duomo. Coordinata da Letizia Mannella, indagini in corso
Milano, 19 gennaio 2025 - "Afferrata e tirata da sconosciuti che mi tenevano braccia e mani", "ogni uomo che passava, una quarantina in tutto, cercava di palparmi in qualche modo, di sollevarmi il vestito, di separarmi dai miei amici o di picchiarmi", "ho lottato per liberarmi e loro se la godevano e si eccitavano per la mia angoscia": è il racconto da incubo al Daily mail della 19enne inglese che ha riferito di essere stata tra le vittime delle molestie di massa in Piazza Duomo a Milano a Capodanno. Secondo quanto riferito dalla 19enne studentessa universitaria uno degli uomini ha parlato di "violentarla" e a quel punto ha sentito che stava "lottando per la sopravvivenza", ha spiegato.
ll racconto riguarda lunghi momenti diversi. Ma la situazione è precipitata poco prima di mezzanotte. Stando a quanto emerso la 19enne era in compagnia di due giovani connazionali e di altri sei studenti belgi. Ha parlato di vicenda "disumana" e ha detto di essersi ritrovata a terra sanguinante dopo aver cercato di respingere gli aggressori."Ci hanno lanciato un liquido sconosciuto che ci ha irritato naso e occhi e sentivamo che non riuscivamo a respirare", ha aggiunto. A un certo punto la 19enne ha anche aiutato un'altra donna inglese che veniva molestata "da uomini che la palavano ridendo" ed è riuscita a liberarla, ma poi gli aggressori se la sono presa con lei.
La decisione di parlare, ha spiegato, è stata presa per "assicurarmi che la nostra storia venga ascoltata". Falso, secondo la ragazza, che gli assalitori avessero bandiere palestinesi. "Sono veramente sconvolta dopo aver letto molti articoli secondo cui si è trattato di un fatto di religione, indirettamente dando la colpa all'Islam, mentre sostenevano che il nostro attacco fosse Taharrush Gamea. Il male che abbiamo vissuto quella notte era l'assenza assoluta di religione", questo "era un gruppo organizzato di uomini disgustosi che meritano di soffrire le conseguenze delle loro azioni". Ora è rientrata nel suo Paese e ha presentato denuncia attraverso l'ambasciata italiana a Londra ma al tabloid ha spiegato che sta faticando a recuperare la fiducia nell’umanità dopo quanto vissuto in un Paese, l’ltalia, che credeva sicuro.
La Procura di Milano intanto ha avviato nei giorni scorsi una rogatoria nel Regno Unito per raccogliere a verbale la versione della giovane inglese dopo che nei giorni scorsi sono state sentite dall'aggiunta Letizia Mannella e dalla pm Alessia Menegazzo altre 3 persone. Si tratta della ventenne belga, la prima a rendere noto il caso sui media e che era a Milano con cinque amici, una ventenne emiliana che ha denunciato e che era col compagno, il quale è riuscito "a fatica" a tirarla fuori dal "corridoio umano" vicino alla Galleria. E, infine, un'avvocata lombarda. Nel verbale ha descritto quei minuti di terrore nella morsa del "branco". In totale, gli inquirenti stanno indagando su almeno cinque episodi (alcuni dei quali con più vittime), lavorando ancora sulle immagini delle telecamere di sorveglianza e su altri video per arrivare alle identificazioni degli autori.