Cantiere di via Moscova, la rabbia degli operai: "Vogliamo i nostri soldi"

La protesta davanti al cantiere è solo l’ultimo episodio. Col Superbonus affari d’oro per le imprese ma resta la giungla dei diritti

I tre operai egiziani in presidio davanti al cantiere

I tre operai egiziani in presidio davanti al cantiere

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L’ultima protesta è scoppiata in centro, in via della Moscova 53, dove un gruppo di operai egiziani ieri mattina si è radunato davanti al cantiere per il rifacimento di una facciata con l’incentivo del superbonus. Uno di loro ha minacciato di asserragliarsi su un ponteggio, fino a quando i carabinieri intervenuti lo hanno convinto a desistere e hanno riportato la calma.

Denunciano quattro mesi di irregolarità nei pagamenti e nei contributi versati, da parte di una delle ditte che si stanno occupando dei lavori, nella catena di appalti e subappalti. "Ci hanno lasciati a casa – spiegano – noi abbiamo bisogno di quei soldi per mangiare, per mantenere le nostre famiglie e i nostri figli. Se non ci danno quello che ci spetta siamo pronti ad andare per vie legali".

Domani si terrà un incontro nella sede milanese del sindacato Filca-Cisl, per chiarire la questione anche alla presenza della ditta, che sostiene invece di aver sempre pagato regolarmente gli operai impiegati sul cantiere.

Quello di via della Moscova è solo l’ultimo caso di proteste esplose nella giungla dell’edilizia, fra operai in presidio davanti ai cantieri o costretti a salire su gru e ponteggi per rivendicare i propri diritti. Un settore che, sulla spinta del superbonus, ha fatto registrare un boom, visibile a occhio nudo nel numero di cantieri per ristrutturazioni e rifacimento facciate che costellano le vie cittadine. Affari d’oro per le imprese, costi alle stelle per i committenti e un business in crescita che però non si è tradotto in migliori condizioni di lavoro. I problemi restano sempre gli stessi, che si trascinano da sempre: lavoro nero e "grigio", sicurezza assente, infortuni sul lavoro ed evasione fiscale.

Nel 91% dei cantieri edili controllati dall’Ispettorato del lavoro, risulta da un approfondimento che la Uil Lombardia ha dedicato al tema, emergono irregolarità per "aspetti contrattuali, assicurativi o di sicurezza". Gli infortuni sono aumentati del 30% negli ultimi mesi, e 11600 nuove imprese edili sono spuntate come funghi solo nel 2021, con una procedura semplice e senza dover dimostrare requisiti, per sfruttare il giro d’affari creato dal superbonus. Le ispezioni, d’altra parte, sono quasi inesistenti per carenza di personale.

Nel 2014 erano in servizio in Lombardia 794 nuovi ispettori del lavoro, calati a 683 nel 2020 prima delle recenti assunzioni che dovrebbero migliorare la situazione anche se - fenomeno emerso ultimamente - le numerose richieste di trasferimento verso altre pubbliche amministrazioni che offrono condizioni più vantaggiose o verso regioni del Sud Italia rischiano di vanificare i tentativi di rafforzare gli organici. L’organico Ats preposto ai controlli e alla prevenzione era invece di 993 persone nel 2010, calato a 589 nel 2020. Una competenza sui controlli che verrà estesa anche alla polizia locale, grazie a un protocollo firmato dalla Regione e da Anci Lombardia, l’associazione dei Comuni.

 

 

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