
Cannocchiale verde di Villa Alari. "Colpa delle condizioni climatiche"
L’intento di ricreare il maestoso cannocchiale verde di Villa Alari si scontra con la siccità. Ma per l’opposizione a far morire quasi un centinaio di pioppi cipressini piantati dal Comune per ricreare l’atmosfera originale a passeggio nel parco della dimora nobiliare, "è questione di incuria". L’affondo di Vivere Cernusco è per "il delitto di vedere tante piante perse. La corteccia si sfalda toccandola, quando è così c’è poco da fare", dice il capogruppo Giordano Marchetti. Ma per Daniele Restelli, assessore all’Ambiente, "il bilancio è in corso è non è definitivo. La stagione è agli inizi e alcuni esemplari potrebbero riprendersi". Per lui a creare il caso sarebbero state "le condizioni climatiche ostiche dell’estate scorsa" e "non la mancanza di attenzione", lamentata dalla minoranza. Un duello dove la partita va oltre "i 100mila euro spesi che rischiamo di sborsare per la seconda volta per rimettere a dimora nuovi alberi - ancora Marchetti -. Quel che sta succedendo racconta un approccio sbagliato alle cose: serve accortezza quando si maneggiano i soldi di tutti". Il progetto è nato per riportare alla luce la bellezza del posto, operazione che a fine 2021 aveva spinto il Comune a valutare lo stato di salute delle 42 piante presenti allora. Il responso degli agronomi era stato chiaro: 25 erano malate, da abbattere, e del nucleo iniziale ne erano rimaste soltanto 17, alle quali si sono aggiunti i 103 pioppi cipressini, per un totale di 120 alberi. "Ma adesso dobbiamo rifare la conta, i superstiti sono pochissimi", dicono alla lista. La scelta della specie era stata in continuità storica, frutto di una ricerca, l’accordo con la ditta incaricata prevedeva anche la cura post-impianto "e così è stato - conferma Restelli - l’azienda ha fatto annaffiature anti-siccità, ma le temperature proibitive del 2022 sono state fatali". L’opposizione però non ci sta: "Si doveva fare di più".
Bar.Cal.