
Il dottor Paolo Poli e il suo team (Newpress)
Milano, 17 novembre 2016 - Milano, via Cimarosa 12. Là dove fino a qualche anno fa c’era un’azienda, oggi una palazzina in stile liberty, a pochi passi dalla fermata della metropolitana di Pagano, sulla linea rossa, ospita la Clinica Cimarosa. Nel centro dermatologico specializzato in vitiligine e psoriasi e nel settore laser è nato un poliambulatorio. Un servizio sanitario privato che cura il dolore cronico con una struttura complessa - un team di specialisti - e cannabis terapeutica. «Abbiamo allestito un’equipe che oltre alla diagnosi segue tutte le terapie», spiega Laura Bruna, amministratore unico della clinica dove lavorano dieci dipendenti e una trentina di medici.
A coordinare la struttura complessa di terapia del dolore è il dottor Paolo Poli, già primario dell’ospedale di Pisa, fondatore e presidente di Sirca, la Società scientifica italiana ricerca cannabis. «L’impiego della cannabis a scopo medico è autorizzato dal 2012», rivela uno dei tre primari italiani di terapia del dolore. «A Pisa ho iniziato nel 2013: è un medicinale sicuro, con pochissimi effetti collaterali, inferiori a quelli di altri oppioidi più diffusi. Non ha nulla a che vedere con quella venduta per le strade. Il Thc, la sostanza responsabile degli effetti provocati dall’assunzione di cannabis, in campo medico è controllata entro determinati dosaggi: il mercato farmaceutico mette a disposizione quattro prodotti a seconda dei principi attivi».
Sono duemila i pazienti sotto osservazione per verificare l’effetto sulle malattie. «La terapia funziona per le patologie del sistema nervoso centrale, per tutti i dolori neuropatici (sciatica, herpes zoster, neuropatie) e nella cura della fibromialgia, una malattia che provoca dolori diffusi e che colpisce principalmente le donne; è utile per i casi di diabete e contro la nausea nei pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia; e consente di eliminare i farmaci per i pazienti che soffrono di cefalea ed emicrania - spiega il dottor Poli -. Nelle malattie reumatologiche permette di eliminare il cortisone». Raramente viene prescritta - sottolinea uno dei pionieri della cannabis terapeutica - «perché è un “farmaco” off label: non ha ancora le indicazioni specifiche come generalmente si trovano nei bugiardini dei farmaci che acquistiamo in farmacia. Così come viene poco pubblicizzata perché non è strategica per le grandi multinazionali del farmaco». Eppure - ribadisce il dottor Poli - «non ha pressoché controindicazioni. È efficace anche come adiuvante per favorire l’appetito, un effetto che fa presumere l’efficacia contro l’anoressia, e in campo oncologico».
L’assunzione avviene a casa, tramite gocce o decotto in vendita in farmacia. «Il paziente viene controllato ogni tre mesi e il medico ha l’obbligo di redigere e trasmettere la cartella clinica anonima al ministero e all’Asl di appartenenza. Il costo medio mensile è di 80 euro», puntualizza il coordinatore della terapia del dolore della Clinica Cimarosa. «L’Italia è l’unico Paese ad avere una legge sul dolore. La cura del dolore cronico richiede la presenza di più specialisti. Un’equipe capace di prendere in carico il paziente a 360 gradi sotto il profilo psicologico e patologico con tutte le tecniche chirurgiche e mininvasive e i farmaci che la medicina mette a disposizione, cannabis compresa. Questo approccio consente di garantire contemporaneamente più trattamenti idonei alla malattia».