ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Polveriera Calvairate: risse, occupazioni, prostituzione. “Qui i rom si sentono invincibili”

I racconti dei residenti del quartiere milanese a due settimane dalla battaglia che ha provocato sette feriti in via Faa’ Di Bruno

Le case popolari di via Faa di Bruno, teatro della maxirissa del 19 giugno

Milano – A due settimane dalla maxi-rissa che ha coinvolto una sessantina di rom in via Emilio Faà di Bruno regna un’apparente calma. Ma i problemi di questa zona del quartiere Calvairate rimangono: occupazioni abusive, spaccio, furti, prostituzione, schiamazzi fino a tarda notte. Negli alloggi popolari della via aleggia un fantasma: che rinasca, qui, il “fortino” rom smantellato in via Bolla. Come al Gallaratese prima dello sgombero, anche qui è ben visibile il degrado: computer, stampante, giradischi, mobili ammalorati accatastati nel cortile del civico 5 della palazzina dell’Aler.

Lo stesso che nel tardo pomeriggio di lunedì 19 giugno si era trasformato in arena fra due fazioni rom che – pare a causa di una macchina parcheggiata male di fronte all’ingresso - si erano affrontate con spranghe, coltelli e lanci di bottiglie. Erano dovuti intervenire i carabinieri, il litigio ha provocato 7 feriti. Ma il caos di quel giorno è stata solo la punta violenta di un iceberg.

"La prima famiglia rom è arrivata dieci anni fa e ha chiamato tutte le altre dalle città di Craiova e Vinga. Dietro le occupazioni abusive c’è un vero racket, con tanto di listino e vedette per sapere quando si libera un appartamento. Il loro business include anche spaccio, furti e, negli ultimi anni, pure la prostituzione di giovani ragazze che vanno con gli anziani del quartiere. Il fatto è che i rom sono tanti e si sentono invincibili – si sfoga una residente settantenne del civico 5, che abita lì da 17 anni –. Non capisco perché gli alloggi non vengano assegnati subito. Io per evitare incursioni a casa da quattro anni evito le vacanze".

"Conosco persone che vanno a vivere a casa dei genitori quando questi sono in ospedale per evitare le occupazioni", testimonia un uomo che abita nelle palazzine su mercato libero. "Dove vivo io, di rom non ce ne sono. Ma la sera stanno sempre sulle panchine di piazza Insubria facendo baccano fino a tarda notte. Il risultato è che per le donne col buio in strada scatta il coprifuoco", aggiunge un’anziana inquilina degli alloggi Aler di via degli Etruschi.

Fra i commercianti c’è chi medita di gettare la spugna. "Sto pensando di chiudere dopo 30 anni – spiega Maria Teresa Cisternino, titolare della merceria di piazza Insubria –. La battaglia è ogni giorno e io non ce la faccio più. Sono stata derubata tre volte e le intemperanze degli abusivi non si contano". "Siamo tutti stanchi del degrado, dell’abbandono. Le occupazioni, gli scippi si verificano tutti i giorni ma nessuna istituzione fa niente", lo sfogo di Gianfranco Onida dell’edicola “Mister G“. Non solo comunità problematiche. "C’è anche tanto disagio mentale. Col Covid i casi si sono moltiplicati. Gli operatori del vicino centro psico sociale di via Puglie non riescono a starci dietro", aggiunge Domenico Lupo Pasini, titolare della salumeria aperta dal padre nel 1959. Tutti ingredienti di una "polveriera" sociale che potrebbe scoppiare da un momento all’altro.