
L’89enne aspetta il bus linea 86 accomodato sulla sediolina che poi lega alla ringhiera
Milano, 17 febbraio 2018 - Come si aspetta l’autobus al quartiere Adriano? In piedi. A meno che non ci si porti, da casa, una sedia. Il signor Francesco Cianci, 89enne invalido e cardiopatico, di sedie ne ha lasciate due sul marciapiede, dallo scorso agosto, incatenate alla struttura di ferro di una ringhiera per evitare di portarle avanti e indietro: «Una per entrambe le direzioni di marcia, in via Gassman all’altezza di via Tognazzi, alle fermate dell’86». E ora lancia un secondo appello, a distanza di sei mesi dal primo, rivolgendosi al Comune: «Per piacere, posizionate almeno una panchina e una tettoia. Aspettare il bus in piedi è un tormento, soprattutto per chi è invalido come me», spiega al Giorno.
Aveva presentato la stessa richiesta lo scorso agosto, mettendo pure un cartello vicino alla sua sediolina per scongiurare furti e atti vandalici: «Fate i bravi. La sedia mi è comoda, sono invalido. Grazie». Da allora, il signor Cianci aspetta ancora una pensilina, con seduta e tettoia («Ci vorrebbero a ogni fermata»). Così e ha appeso un secondo cartello una manciata di giorni: «Ho quasi 90 anni, pago le tasse. La pensilina non c’è ancora. Prima che Dio mi chiami spero di vedere la pensilina e di godermela, mentre aspetto l’86», il contenuto in sintesi. Un appello presentato, neanche a farlo apposta, in contemporanea all’annuncio del Comune che proprio nei giorni scorsi ha informato i cittadini sul prolungamento della metrotranvia 7: la Giunta ha approvato il progetto definitivo, per un’opera da 15.820.000 euro. Ma l’89enne, più che pensare all’opera in grande, brama «una misera pensilina» per aspettare il bus. Raggiunge la fermata di via Gassman aiutandosi con una stampella. «Sono cardiopatico e ho problemi a una gamba e all’anca, non riesco a stare in piedi tanto tempo». Nonostante le difficoltà di deambulazione ama uscire a piedi per svolgere piccole commissioni quotidiane.
«La spesa grossa – racconta – la fanno i miei figli. Però ogni giorno ho bisogno di qualcosa, magari del pane o del latte, e così vado a prenderli io. Mia moglie, che ha 84 anni, ha ancora più difficoltà di me a muoversi». Uscire per le commissioni è anche un modo per distrarsi, per prendere aria e incontrare altre persone. «Prendo l’autobus per andare a fare spese ma anche per le visite mediche», precisa. Infine sottolinea che «non sto facendo questa battaglia solo per me: sono tanti, gli anziani e i disabili, ma anche le mamme con bambini, che vorrebbero le pensiline. Chissà se riusciremo ad averle».