FRANCESCO PELLEGATTA
Cronaca

La rivista Science incorona il virologo Roberto Burioni/ VIDEO

L'esperto del San Raffaele definito "quello che molti italiani aspettavano" per la sua battaglia contro i no-vax

Burioni su Science

Milano, 4 gennaio 2019 - «Grazie a tutti. Ora posso ritirarmi e raccontare tutto ai miei nipoti". Così - con un misto tra (consueta) ironia ed emozione, il virologo Roberto Burioni ha commentato su Twitter l’editoriale pubblicato ieri sul’ultimo numero della prestiogisa rivista Science, che lo celebra come "lo schietto difensore delle prove scientifiche sui vaccini e altri temi di salute". Quattro lunghe pagine firmate da Douglas Starr con il titolo “Fighting Words“, che ripercorrono l’ascesa di Burioni nella battaglia contro le pseudoscienze. Fin da quell’incipit che Starr definisce "improbabile", nel maggio del 2016, quando il medico partecipò a un talk show televisivo fronteggiando due anti-vax come Red Ronnie e Eleonora Brigliadori (entrambi non scienziati). In quell’occasione il virologo del San Raffaele, con pochi minuti di tempo per replicare, "mantenne il suo messaggio semplice - spiega l’editorialista di Science -: La Terra è rotonda, la benzina è infiammabile e i vaccini sono sicuri ed efficaci. Tutto il resto sono bugie pericolose". Per non parlare del suo celebre adagio: "La scienza non è democratica". Da allora il tripudio. Soprattutto sui social, dove fin da subito cominciarono a piovere milioni di commenti.

«Pubblicare le mie ricerche su Science è da sempre il mio sogno e non ci sono mai riuscito. Mai avrei pensato di essere il protagonista di un’editoriale di 4 pagine", ha poi aggiunto Burioni, con tanto di apostrofo sbagliato: "Dovete pure capire l’emozione" - si è scusato poco dopo il diretto interessato. A dirla tutta, comunque, l’Italia non ci ha fatto una bellissima figura. Burioni a parte. Ricapitolando le vicende che hanno portato il virologo a diventare una celebrità sui social network e tra i media italiani, Science ha fotografato il dibattito tra scienza e pseudoscienza che ha infiammato l’opinione pubblica italiana negli ultimi anni. "In un Paese in cui il Governo ha talvolta promosso dubbie pratiche mediche - scrive Starr citando il “caso Stamina“ - Burioni è diventato lo schietto difensore delle prove scientifiche sui vaccini e altri temi di salute, oltre che un critico rigoroso della pseudoscienza".

Starr ha poi continuato ricordando che il premier Giuseppe Conte è stato il legale della famiglia di Sofia, la bimba simbolo del caso Stamina, e rievoca alcune controverse sentenze dei tribunali italiani riguardo vaccini e autismo. A soffiare sul fuoco si è poi aggiunto Beppe Grillo con il Movimento 5 Stelle: "un partito politico libertario che è diventato il membro dominante dell’attuale coalizione di governo e che ha abbracciato posizioni antiscientifiche". Ed è stato allora che Buorioni ha fatto la sua comparsa sulla scena pubblica. Da lì "è cominciata l’improbabile carriera mediatica" del virologo, spesso criticato da altri divulgatori per i suoi modi troppo rudi, giudicati controproducenti. A decretare il suo successo, però, sono stati i follower in continuo aumento sui social, i libri venduti e gli inviti in tv, accompagnati anche da minacce insorte con l’esposizione mediatica.

«Una voce come quella di Burioni - un esperto che non vede la necessità di moderare le parole o tollerare gli stupidi - era evidentemente quello che molti italiani stavano aspettando" - ha aggiunto il giornalista di Science. Insomma, l’effetto Burioni ha imposto una svolta al dibattito, facendo sì che medici e scienziati venissero interpellati più spesso in tv e sui giornali. Contribuendo - forse - anche alla svolta della nuova legge sull’obbligo vaccinale varata nel 2017. Gli ultimi dati del ministero della Salute (relativi al 2018) mostrano infatti un aumento delle coperture per le vaccinazioni obbligatorie e non.