BRUNO
Cronaca

Buoni i tassi di occupazione ma resta il peso del costo della vita

L'aumento degli occupati in Italia è in crescita, con il tasso di occupazione che supera il 62%. In Lombardia si supera il 70%. I dati di Milano influenzano positivamente quelli regionali. Tuttavia, persiste il problema dei salari insufficienti, aggravato da oneri fiscali e inflazione. La popolazione ha ridotto i depositi bancari per far fronte ai costi crescenti, con un impatto sui consumi non essenziali. La sostenibilità del costo della vita a Milano e l'incremento salariale sono questioni cruciali.

Villois

I dati sull’aumento degli occupati in Italia sono in stabile crescita, il tasso di occupazione supera il 62%, sfiorando i 24 milioni. In Lombardia si supera il 70%. Nel precedente anno l’aumento è stato di poco inferiore al 2% per le donne, di oltre il 5% per gli over 50, mentre i laureati occupati sono aumentati del 5% i diplomati della stessa percentuale, a mantenere in alto la media ci anno pensato i servizi con oltre il 3% e il commercio che ha sfiorato il 5%. I dati della Lombardia sono fortemente sostenuti da quelli di Milano, che li superano di parecchi punti. Permane,purtroppo, il tema del salario insufficiente particolarmente nella città più cara d’Italia. Il tema del costo del lavoro e degli oneri che ne riducono fortemente la dimensione ha alcune spiegazioni che però non bastano certo a giustificare l’attuale corso dei salari. L’incidenza degli oneri contributivi e fiscali, appesantito da balzelli storici è la prima origine, come lo è la tipologia del lavoro e la medio bassa redditività delle imprese manifatturiere. Il ciclo inflattivo particolarmente forte, soprattutto sul carrello della spesa alimentare e dei beni per la persona e la casa, che ha superato il 20%, in alcuni casi il 30%, ha obbligato gran parte della popolazione ad alleggerire i depositi bancari calati nell’arco del 2023 nell’ intera Italia di oltre 150 miliardi di euro, ovvero di oltre il 10%, percentuali che hanno evitato un tracollo della spesa quotidiana, ma si sono riversati sugli acquisti non indispensabili. Diverso è stato il comportamento di buona parte di tutte le classi sociali, soprattutto a Milano, su tempo libero, svaghi e food, con percentuali superiori a quelli ante covid. Il quesito da porsi è quello di quanto la grande maggioranza della popolazione milanese possa reggere l’attuale costo della vita e parimenti di quanto possano realmente aumentare i salari, tenuto conto delle dimensioni medie delle imprese e dei costi che la competitività impone a cui si associano le gabelle tributarie pubbliche nazionali e locali.

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