REDAZIONE MILANO

Brucia (ancora) il carcere Beccaria. Altro incendio appiccato nelle celle: intossicati tre detenuti e un agente

Dopo sei mesi di apparente tranquillità, ritornano i roghi dolosi nel minorile di via dei Calchi Taeggi. Un quattordicenne ha riportato ustioni a braccio e orecchio. Intervento di vigili del fuoco e carabinieri.

Dopo sei mesi di apparente tranquillità, ritornano i roghi dolosi nel minorile di via dei Calchi Taeggi. Un quattordicenne ha riportato ustioni a braccio e orecchio. Intervento di vigili del fuoco e carabinieri.

Dopo sei mesi di apparente tranquillità, ritornano i roghi dolosi nel minorile di via dei Calchi Taeggi. Un quattordicenne ha riportato ustioni a braccio e orecchio. Intervento di vigili del fuoco e carabinieri.

L’ultimo precedente era datato 31 agosto 2024: quella sera, in tre, poi ripresi nei giorni successivi, avevano approfittato del caos generato da un incendio per scavalcare il muro di cinta e scomparire nel nulla. Dopo sei mesi e mezzo di tranquillità apparente, il carcere minorile Beccaria torna a far parlare di sé sempre per lo stesso motivo: poco dopo la mezzanotte di ieri, una quindicina di detenuti ha appiccato una serie di roghi nelle celle, dando alle fiamme materassi e altre masserizie. Le guardie penitenziarie di turno si sono accorte di quanto stava accadendo e hanno subito chiamato i vigili del fuoco, che sono intervenuti nell’istituto di pena di via dei Calchi Taeggi insieme ai carabinieri del Nucleo Radiomobile. I sanitari di Areu sono arrivati con tre ambulanze e un’auto medica e hanno assistito complessivamente cinque persone lievemente intossicate dalle esalazioni, di cui quattro reclusi di età compresa tra 14 e 17 anni e un agente di 31 anni; per tre di loro si è reso necessario il trasporto nei pronto soccorso di San Carlo, San Paolo e Fatebenefratelli. Il più giovane, di origine tunisina, ha riportato anche ustioni di secondo grado al braccio destro e a un orecchio. La situazione è tornata alla normalità attorno alle 2.

L’estate scorsa era avvenuto un raid simile, durante il quale tre detenuti erano scappati. Poco meno di due mesi prima, la sera del 7 luglio, alcuni reclusi avevano dato alle fiamme effetti personali presenti nelle celle, generando un incendio domato nel giro di pochi minuti dagli agenti della polizia penitenziaria. Le fiamme e soprattutto il fumo che si era sprigionato avevano però avuto come effetto immediato il trasferimento dei giovanissimi reclusi della seconda ala in un altro settore. Altro episodio il 29 maggio, quando una settantina di detenuti aveva dato vita a una violenta protesta generata da una sanzione disciplinare a un detenuto minorenne e da un controllo antidroga. In quel caso, era stato stato necessario l’intervento degli agenti in assetto antisommossa per riportare la calma: alla vista dei poliziotti, i giovanissimi reclusi avevano subito messo fine al blitz, che comunque aveva provocato diversi danni ai vetri delle porte blindate e ad altri arredi del carcere.

Nicola Palma