Custode di Brera salvato dai colleghi: "Al museo manca un defibrillatore"

L ettera della Cisl a Bradburne: le nostre richieste sul dispositivo salvavita sono rimaste inascoltate

La Pinacoteca di Brera

La Pinacoteca di Brera

Milano, 2 febbraio 2020 - La pinacoteca di Brera stava per aprire i battenti e accogliere turisti mattinieri e appassionati d’arte in visita, quando uno dei custodi si è sentito male e si è accasciato all’improvviso. I colleghi che ieri mattina hanno assistito alla scena lo hanno subito soccorso con ripetuti massaggi cardiaci, fino a quando sono intervenuti gli operatori del 118, attorno alle 8.20. L’uomo che ha accusato il malore, 58 anni, è stato trasportato in codice rosso all’ospedale San Raffaele, dove è ricoverato in gravi condizioni. Un episodio che accende un faro sulle misure di sicurezza, con la Cisl che denuncia l’assenza di un defibrillatore nel museo frequentato da migliaia di visitatori. Il segretario della Cisl Funzione Pubblica Milano Metropoli, Giorgio Dimauro, ieri ha indirizzato una lettera al direttore della pinacoteca, James Bradburne, e anche all’associazione Amici di Brera, lamentando un "mancato ascolto" per l’installazione nel museo di un dispositivo salvavita che invece sarebbe già presente nell’Accademia di Belle Arti. "Quello che mi sembra assurdo - scrive - è che non sia presente nel museo o comunque nella zona museale, con annessa Biblioteca Braidense, nessun dispositivo con il defibrillatore".

Il sindacalista denuncia anche il fatto che nessun dipendente sarebbe stato istruito con un corso di primo soccorso per l’impiego del defibrillatore semiautomatico. "Di questo ne avevamo parlato qualche tempo fa - conclude - una piccola attenzione è una grande attenzione". Il dispositivo elettronico che genera scariche elettriche, da utilizzare per soccorrere persone colpite da infarto, è sempre più diffuso in scuole, campi sportivi, presidi medici, locali pubblici e strade di grandi e piccoli centri. Ogni anno in Europa 400mila persone muoiono per arresto cardiaco, 60mila solo in Italia. Per salvare tante vite bisogna intervenire entro 10 minuti. Ma la sopravvivenza triplica se a usare i defibrillatori, il prima possibile, è il personale non sanitario in attesa dell’arrivo dell’ambulanza. Anche sulla base di questi dati è stata approvata all’unanimità alla Camera la legge che prevede l’installazione dei defibrillatori negli istituti scolastici e in altri luoghi extra-ospedalieri, come gli scali e i mezzi di trasporto aerei, ferroviari e marittimi. Il ministero della Salute ha anche stanziato due milioni di euro per dotare le strutture pubbliche degli apparecchi, promuovendo una campagna di primo soccorso. "Il costo per acquistare e installare il dispositivo è limitato - sottolinea Dimauro - speriamo che le nostre richieste vengano ascoltate".  

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